“Quanto fu bravo Lupi”: non lo dice il Cav ma Di Maio (pur di attaccare Salvini)
Decisamente ossessionato da Salvini, sondaggi poco rassicuranti alla mano, Luigi Di Maio torna all’attacco del “nemico” insistendo come un disco incantato sulle dimissioni del sottosegretario Siri salvo accusare il Carroccio di irresponsabilità. E pur di chiedere la testa dell’esponente leghista arriva a esaltare le gesta dell’ex ministro Maurizio Lupi. Sì, proprio lui, il nemico che il M5S aveva travolto con una campagna di fango. Su Facebook lo smemorato vicepremier grillino lancia l’ennesimo guanto di sfida che aumenta le tensioni già altissime nel governo e loda il passo indietro dell’allora ministro delle Infrastrutture del Nuovo centrodestra che nel 2015 si dimise dall’incarico a tempo di record, appena sfiorato dall’inchiesta Grandi Opere che tirò in ballo il figlio per una presunta raccomandazione.
Ora Di Maio difende l’ex nemico Lupi
«Oggi non su uno, ma su quasi ogni giornale c’è scritto che la Lega vuole staccare la spina al governo e ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto – scrive su Fb Di Maio – E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione? Lupi, e dico l’ex ministro Maurizio Lupi di Ncd, si dimise per molto meno…Qui si tratta semplicemente di smettere di fare le vittime e rimettersi a lavorare. Il M5S vuole che il governo vada avanti. Si chiama responsabilità». La difesa postuma dell’ex ministro della Infrastrutture all’epoca dei fatti messo alla gogna dai 5Stelle, arsi dal fuoco giustizialista, si commenta da sola. Nella furia pre-elettorale Giggino deve aver dimenticato la sguaiata protesta del manipolo grillino in aula alla Camera dopo l’informativadi Lupi. Solo quattro anni fa i deputati grillini si esibirono in uno show ulando “dimissioni, dimissioni” all’indirizzo dell’esponente centrista mostrando un orologio facendo riferimento implicito al Rolex regalato al figlio di Lupi. I grillini, in compagnia di Sel e del Pd, furono i primi ad accendere le polveri contro Lupi. Il blog di Beppe Grillo fece la sua parte con un memorabile post dal titolo “Al lupi! al lupi!” nel quale si diceva elegantemente che o l’esponente del Ncd «è un fallimento come ministro oppure porta sfiga. O entrambe». Altri tempi. Oggi Di Maio è impegnato a difendere il governo del cambiamento costi quel che costi. «Berlusconi e Renzi sono il passato! Il presente invece siamo noi e ci porterà al salario minimo garantito per ogni lavoratore e a 1 miliardo di euro alle famiglie. Preferiamo pensare a questo – conclude Di Maio – piuttosto che stare a parlare tutto il giorno di un indagato per corruzione e della sua poltrona…».
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