Ora la Cirinnà s’innamora del Vaticano. Ma fino a pochi giorni fa…
Le gesta “eroiche” dell’elemosiniere del Papa che ha “riportato la luce” allo stabile occupato dai centri sociali di via Santa Croce in Gerusalemme fanno miracoli. Persino una campionessa di laicismo e anti-clericalismo come Monica Cirinnà in queste ore è arsa dal sacro fuoco della fede e si spella le mani per il Vaticano. E, neanche a dirlo, lancia fendenti al ministro dell’Interno Salvini colpevole di soffiare sul fuoco dell’intolleranza.
La Cirinnà dimentica il passato: evviva la Chiesa
«Il gesto del cardinale Konrad Krajewski – dice la smemorata senatrice dem, madre della contestatissima legge sulle unioni civili – fa riflettere su due punti fondamentali. Il primo è l’estremo stato di vulnerabilità dei malati, dei bambini, delle famiglie che abitano nello stabile di via di Santa Croce in Gerusalemme. Il secondo riguarda la carità e la misericordia che il gesto di questo uomo di Chiesa esprime». E giù lodi sperticate al coraggioso prelato «che ha rischiato in prima persona pur di rispettare alla lettera il Vangelo» e attacchi frontali a chi, nel nome della fede, massacrerebbe i diritti delle minoranze. Convertita improvvisamente sulla via di San Pietro la Cirinnà critica quanti (leghisti, sovranisti, populisti immaginiamo) «armati di rosario fanno comizi elettorali e poi con comportamenti e testi di legge massacrano i diritti di chi è diverso, povero, migrante».
Per le cronache la senatrice, militante e femminista, è la stessa che soltanto poche settimane fa, sfilando in occasione dell’8 marzo, si fece immortalare, riccioluta e sorridente dietro il cartello “Dio, patria, famiglia, che vita de merda!”. Una volgare offesa contro credenti, italiani, padri e madri di famiglia che la senatrice animalista non ha mai sconfessato. Dopo aver postato su Facebook l’istantanea, che ha scatenato uno tsunami di polemiche nell’inbarazzo della dirigenza dem, la Cirinnà aveva spiegato che tanta foga nasceva da un sincero sentimento antifascista.«La mia critica non va né alla Chiesa, né alla patria, né alla famiglia. Con quella foto ho denunciato il riciclo di uno slogan fascista, criticando chi di quei tre concetti si fa scudo per creare un clima di discriminazione, oscurantismo e regressione culturale». Nel recente curriculum antifascista e anticlericale della Cirinnà spicca anche la crociata contro il Congresso mondiale delle famiglie di Verona definito un pericolo che «mette in dubbio alcune delle libertà che a fatica sono state conquistate dalle donne nel tempo, dall’interruzione di gravidanza al divorzio fino alle unioni civili» o, se preferite, una kermesse di “odiatori dell’amore”. Sempre alla senatrice si devono le più vibranti campagne a favore di uteri in affitto e adozioni per le coppie gay. Ma oggi la musica è cambiata. Di fronte al coraggio del Vaticano che «fa i fatti» , la senatrice è pronta a inginocchiarsi e a sgranare il rosario.
poverina….compatitela….è una Pdiota