Il morbillo torna a far paura in tutto il mondo. Ecco cosa sta accadendo
La Contea di Rockland, New York, una nave da crociera, la Freewinds, a largo dell’isola di Santa Lucia, Parma, Bologna, il Mozambico. Posti diversi nel mondo con un denominatore comune: il morbillo. Dichiarato eliminato in gran parte dei paesi occidentali tra il 2000 e il 2005, questa malattia continua oggi a far paura, soprattutto a causa delle mancate vaccinazioni. L’Italia secondo l’ultimo Rapporto Unicef, presentato nella settimana mondiale delle vaccinazioni, è quinta nel mondo con 435 mila bambini che non hanno ricevuto una dose vaccinale. Nel 2019, ci sono stati 557 casi nei primi tre mesi dell’anno a cui vanno aggiunti i 22 casi che hanno colpito Parma e provincia da metà aprile e i due, ormai confermati in queste ultime ore, in due licei di Bologna. Un trend in aumento nel nostro paese dal 2016 in poi con il nuovo picco nel 2017 con 973 casi.
Nel mondo, dall’inizio del 2019, sono stati segnalati oltre 112mila casi, contro i 28mila del trimestre precedente. La regione africana ha avuto un aumento del 700%, quella americana del 60%, in Europa siamo al +300%. Nella Contea di Rockland e a New York molte scuole e uffici pubblici sono stati chiusi. Nei primi quattro mesi del 2019, sono 704 le persone che hanno contratto il morbillo in Usa. Di queste, 503 non erano vaccinate. Il Rapporto Unicef ha calcolato che tra il 2010 e il 2017 oltre 2,5 milioni di bambini statunitensi non abbiano ricevuto la prima dose di vaccino. Eppure nel 1980, prima dell’immissione del primo vaccino, si sono registrati 2,5 milioni di decessi a livello globale, nel 2012 “solo” 122 mila. Il vaccino raramente poi crea reazioni avverse: febbre nel 2-10%, convulsioni febbrili 8 casi su 10mila, encefalomielite e/o anafilassi in un caso su un milione. Vaccinarsi, dunque, resta ancora la cosa migliore contro il morbillo (e non solo).