Genova, scontri tra polizia e antifascisti alla commemorazione del missino Venturini (video)

4 Mag 2019 15:25 - di Viola Longo

Scontri in centro a Genova tra la polizia e gli antifascisti, che hanno tentato di assaltare la commemorazione di Ugo Venturini, militante del Msi colpito a morte durante un comizio in città di Giorgio Almirante, il 18 aprile 1970, e morto dopo quasi due settimane di agonia il 1° maggio, all’età di 32 anni.

Gli antifascisti tentano l’assalto

Il comitato “Ugo Venturini”, composto da varie sigle del mondo di destra, si era dato appuntamento in piazza della Vittoria alle 11, per poi spostarsi ai Giardini di Brignole dove c’è una targa commemorativa dell’operaio assassinato, che per altro negli anni è stata più volte imbrattata e distrutta. È stato alla fine della commemorazione, quando i partecipanti stavano andando via in ordine sparso, che gli antifascisti hanno tentato l’aggressione, arrivando anche a distruggere il finestrino della macchina di uno dei partecipanti, che sarebbe un militante di CasaPound. Alla commemorazione erano presenti, tra gli altri, il leader di CasaPound Gianluca Iannone, l’ex consigliere regionale Gianni Plinio e il consigliere comunale di FdI Antonino Gambino.

Violenti anche contro il ricordo dei morti

Durante il tentativo di assalto la polizia ha lanciato una carica di alleggerimento, riuscendo a disperdere il gruppo di violenti del presidio organizzato da Genova antifascista, Anpi, Cgil e associazioni e partiti di sinistra. Un poliziotto e un manifestante sarebbero caduti, ma non si ha per ora notizia di feriti. «Questo tipo di manifestazioni andrebbero vietate perché non si tratta di commemorazioni bensì di manifestazioni di carattere politico che celebrano il fascismo e che non dovrebbero avere spazio di agibilità», ha sostenuto il presidente dell’Anpi Liguria, Massimo Bisca, ripetendo il refrain con cui gli antifascisti tentano sempre di vietare il ricordo delle vittime innocenti della loro violenza, esattamente come avvenuto a Milano qualche giorno fa per Sergio Ramelli. Una tesi che, vale la pena ricordarlo, è stata più volte smentita dalla Cassazione, che in diverse sentenze ha ribadito che quel tipo di commemorazione non ha alcun carattere apologetico, tanto da ritenere lecito anche l’uso del saluto romano nella cerimonia finale del “Presente”.

Il “Presente” senza saluto romano

Sentenze che fanno giurisprudenza, ma che non sembrano essere arrivate né all’orecchio di Anpi & co né a quello dei diversi pm che hanno comunque continuato ad aprire fascicoli contro chi commemorava i morti della violenza antifascista. Stavolta, però, di motivi per accanirsi ne avranno uno in meno: i manifestanti hanno fatto il “Presente”, ma non hanno levato il braccio, limitandosi a portare il pugno sul cuore. Una scelta di responsabilità, volta a sottrarre il ricordo dei morti alle peggiori strumentalizzazioni, senza togliere nulla alla forza di queste cerimonie.

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