A Roma i centri sociali occupano per fare business, non per aiutare i senzatetto

15 Mag 2019 18:54 - di Redazione

Mentre i riflettori mediatici restano accesi sul palazzo occupato all’Esquilino, a Roma, da CasaPound, le altre occupazioni – gestite dai centri sociali – vengono raccontate come se fossero centrali di solidarietà per persone disagiate e come se gli occupanti fossero dei francescani dediti all’assistenza degli ultimi.

Oggi un’inchiesta del Messaggero rimette le cose a posto, soffermandosi invece sul business del divertimento fuorilegge che a Roma appunto si concentra nei siti occupati e presidiati dagli antagonisti.

L’articolo di Marco Pasqua cita lo Strike spa, a Portonaccio, in via Partini. “Una vera e propria spa del divertimento fuorilegge” nata nel 2002. Anche qui, come a Spin Time Labs, ci sono un pub e un’osteria, e soprattutto una discoteca dove si entra a pagamento (si pagano dai 5 agli 8 euro a persona). Questo spazio autogestito si trova in cima alla lista dei 23 immobili da sgomberare ma nessuno ne parla. Il problema sembra essere solo l’occupazione di CasaPound.

Il Messaggero prosegue poi citando altri spazi dove si fa impresa al di fuori delle regole: l’Acrobax a Marconi e il Brancaleone a Talenti. Anche qui si balla e si beve fino all’alba per la gioia dei residenti. Modello per tutti  il Forte Prenestino. “Occupato nel 1986 – scrive Marco Pasqua – è la roccaforte degli antagonisti-imprenditori: sala da the, ristorante, cinema, pub, palestra, festival che richiamano migliaia di persone (Enotica), e, soprattutto, memorabili rave. «La sottoscrizione richiesta all’entrata serve per pagare attività quotidiane, politiche, culturali, sociali», spiegano gli occupanti. Ma ovviamente, non esiste una contabilità, le fatture qui sono sconosciute, e i soldi che entrano restano un mistero. Nonostante le denunce dei residenti, che, da tempo, hanno rinunciato a chiamare il 112, quando la musica rimbomba in tutto il quartiere”.

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