Se Giorgia Meloni va in Polonia, Salvini non deve offendersi….

2 Apr 2019 20:10 - di Il Cavaliere Nero
sondaggi salvini meloni

Incomprensibile. Solo così si può definire la posizione espressa da Matteo Salvini sul viaggio che domani porterà Giorgia Meloni ad un importante appuntamento in Polonia con Jarosław Kaczyński, presidente del PiS (Diritto e Giustizia).

A domanda dei cronisti sulle alleanze europee, il leader della Lega ha risposto in maniera piuttosto sbrigativa: “Non ho tempo per andare di qua o di la’ a fare proclami. La differenza tra la Lega e gli altri è che gli altri devono andare all’estero per cercare alleanze. La Lega fortunatamente invita in Italia altri movimenti europei e questo accadrà anche la settimana prossima”.

Le alleanze di Fratelli d’Italia

Una posizione abbastanza stravagante, quella di Salvini, che certo non disdegna viaggi comunitari  alla ricerca di alleanze, compreso quello recente proprio dal leader polacco. Che ha però preferito tessere un rapporto con Giorgia Meloni, che certo non può essere vista come nemica.

Anche Fratelli d’Italia, del resto, ha avuto modo di ospitare a Roma ben 35 delegazioni internazionali in vista delle elezioni del 26 maggio ed è stata accolta nella grande famiglia dei conservatori europei in rappresentanza delle forze politiche italiane. La stessa cosa è avvenuta sullo scenario internazionale con la partecipazione, apprezzata da tutti, alla convention dei conservatori americani, il partito di Donald Trump.

Servono anche i conservatori

Fa bene Salvini a rivendicare il ruolo centrale della Lega nella politica nazionale, ma rischia di commettere un grossolano errore di valutazione nel vano tentativo di sminuire la capacità di manovra sullo scenario europeo (e non solo) da parte di Giorgia Meloni. Se davvero vorrà mettere all’opposizione in Europa la sinistra, la Lega non potrà fare a meno dei conservatori, centrali nel rapporto di cucitura sul fronte destro dei nuovi assetti da costruire. 

E non ha molto senso dare l’idea di offendersi per il vertice di domani. È quella la strada per costruire un’alternativa reale, col protagonismo italiano, all’attuale nomenclatura di Bruxelles.

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