Rassegniamoci a Greta e ai “gretini”. In piazza del Popolo minaccia: «Lotteremo per anni» (video)

19 Apr 2019 15:06 - di Redazione

È saltato l’incontro tra il ministro dell’Ambiente Sergio Costa e Greta Thunberg, in questi giorni a Roma e oggi a piazza del Popolo con gli studenti del “Friday for future”. La sedicenne attivista svedese per l’ambiente avrebbe dovuto incontrare il ministro privatamente, prima del suo intervento alla manifestazione. Al ministro è stato proposto di andare in piazza, ma Costa già nei giorni scorsi aveva escluso questa possibilità per non mettere il «cappello» alla manifestazione: «Questa deve essere una piazza di giovani senza colori», è stata la spiegazione del generale prestato alla politica.

L’autogol di Bonelli

Chi, invece, non ha mancato di partecipare alla manifestazione e trarne una certa visibilità è stato il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ora candidato alle europee con la lista Europa Verde, nella quale corre anche Pippo Civati. «Meglio Gretini che cretini», si leggeva sul cartello con cui Bonelli si è presentato in piazza, rivolgendosi direttamente a quanti ironizzano sul gioco di parole, a partire dal Vittorio Feltri. «Greta rappresenta una speranza. Serve una vera rivoluzione culturale che possono fare solo i giovani», ha spiegato, parlando della distrazione della tv generalista sui temi dell’ambiente e del «fallimento di un certo mondo di adulti che all’età di Greta probabilmente erano un po’ coglioni». Dichiarazioni che appaiono come un tremendo autogol, visto che Bonelli è impegnato in politica sui temi ambientalisti da oltre un trentennio ed è leader dei Verdi da un ventennio, durante il quale si è assistito alla progressiva scomparsa dell’area ecologista dalle istituzioni italiane. Ma tant’è, a questo punto, come dice lui, dev’essere davvero più consolante considerarsi «gretini che cretini».

Il Palco a pedali, alimentato dall’energia delle biciclette

Per il resto, in piazza sono stati evitati espliciti apparentamenti. Non c’erano bandiere, ma solo cartelli e striscioni a tema: “‘Riscalda il tuo cuore e non il tuo pianeta”; ”Fate girare le pale, non fateci girare le palle”; ”Ci siamo rotti i polmoni”. Non è mancato poi uno sforzo creativo per cercare di essere coerenti con le battaglie portate avanti: ad accogliere la giovane attivista, indicata anche al premio Nobel per la pace, un “Palco a Pedali” che fornisce l’energia all’impianto grazie a 120 biciclette che animano un generatore. Idea di Andrea Satta dei “Têtes de Bois”, gruppo musicale che sul palco presenta il brano Non c’è più tempo, ispirato proprio alle parole di Greta. In piazza anche 4 gazebo dove si stanno svolgendo attività musicali, di arti visive, poetiche e artistiche e in uno di questi anche il “filo per il clima”: una corda tesa che unisce il palco con la possibilità per chiunque di scrivere un messaggio esprimendo le emozioni sui cambiamenti climatici ed attaccarlo con una molletta di legno. Mentre per coprire “dal basso” i costi dell’organizzazione della giornata è partita da giorni una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe e in piazza alcuni ragazzi che raccogliere fondi.

Greta davanti ai 3500 di “Friday for future”

Secondo la questura, i partecipanti sono 3500. Alcuni sono giovanissimi come Alice, di 9 anni, che a sua volta ha parlato dal palco di piazza del Popolo in inglese, spiegando che «il mio desiderio è che entro la fine dell’anno tutti siano consapevoli dell’emergenza del clima». Greta, invece, anche a Roma ha ripetuto quello che va dicendo da mesi, ammettendo tuttavia che i riscontri concreti di questa mobilitazione restano piuttosto deludenti. «Negli ultimi 6 mesi, milioni di studenti hanno scioperato per il clima, ma niente è cambiato. Le emissioni stanno ancora crescendo e non c’è nessun cambiamento politico», ha detto la ragazzina, avvertendo che per questo «dobbiamo prepararci a lottare per molto tempo e non basteranno settimane e mesi ma ci vorranno anni». Una battaglia che, ha ribadito, «stiamo facendo noi bambini per svegliare gli adulti e costringerli ad agire. Ne abbiamo abbastanza delle promesse non mantenute».

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