Lucano sarà processato con la compagna: tra le accuse peculato e immigrazione clandestina
Il sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio assieme agli altri 26 indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Xenia” sulla gestione dei migranti nella città calabrese. La decisione è stata letta dal Gup del Tribunale di Locri Amelia Monteleone dopo sette ore di camera di consiglio. Il processo è stato fissato per l’11 giugno prossimo a Locri.
I reati contestati ai 31 imputati (Lucano, la sua compagna eritrea Tesfahun Lemlem e altre 29 persone) a vario titolo, sono associazione per delinquere, truffa con corrispondente danno patrimoniale per lo Stato per oltre 350.000 euro, abuso d’ufficio ottenendo un ingiusto vantaggio patrimoniale per oltre due milioni di euro, peculato distraendo fondi pubblici per oltre 2,4 milioni, concussione, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’udienza è fissata per il prossimo 11 giugno, durante il quale i giudici dovranno stabilire se esisteva un sistema criminale nella gestione dei migranti. Il gip, Domenico Di Croce, non aveva portato avanti l’accusa, sostenendo che il principale problema dell’amministrazione di Mimmo Lucano era una disordinata gestione dei fondi, ma senza illeciti. Ora bisognerà attendere il processo per capire se la gestione dei fondi è stata del tutto regolare o meno.
Chi è Lemlem Tesfahun, compagna di Lucano
Stando all’accusa, Lucano e la compagna etiope Tesfahun Lemlem, avrebbe messo in piedi un vero e proprio sistema illegale atto a accogliere cittadini clandestini, attraverso espedienti criminosi quali matrimoni di comodo tra cittadini e immigrate. Negli atti della procura di Locri Lucano viene descritto come “spregiudicato”. In sostanza il sindaco di Riace e la moglie vengono accusati di aver organizzato uno o più matrimoni di comodo tra cittadini italiani e ragazze straniere al fine di far prendere loro la cittadinanza italiana e di poter quindi rimanere in Italia. Cittadinanza italiana che, si è visto in recenti casi di cronaca, viene concessa anche a cittadini che odiano l’Italia e gli italiani.