L’Orlando furioso disobbedisce ancora: la direttiva Salvini non gli va giù. E ricorre al Tar

18 Apr 2019 14:57 - di Lara Rastellino

Orlando non ci sta: la direttiva di Salvini che questa volta legittima poteri straordinari con i quali i prefetti potranno intervenire scavalcando i sindaci ogni volta che questi ultimi, nonostante i nuovi strumenti previsti dal decreto sicurezza, non saranno in grado di mantenere la sicurezza e il decoro urbano, tenendo lontani dalle fatidiche “zone rosse” delle nostre città, «criminali, spacciatori, balordi, abusivi», Orlando proprio non riesce a digerirla. E lungi dal provare anche solo a metabolizzarla, sembra quasi di sentirlo gridare resistere, resistere, resistere con tanto di punti esclamativi a ribadire il tono alto della voce (e della recriminazione). O meglio, come va di moda dire oggi, dell’ultima disobbediente replica a provvedimenti diramati e teoricamente da osservare, camuffata da dissidenza politica. E così, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando annuncia il ricorso al Tar contro la direttiva di Salvini anti degrado urbano. «Qualora il prefetto di Palermo dovesse adeguarsi alla direttiva di Salvini sulle zone rosse adirò il tribunale amministrativo». E il tono dello scontro si alza, a danno di una dialettica ormai sempre più trascurata…

Orlando, disobbediente per statuto: impugna la direttiva anti-degrado urbano di Salvini

Del resto, più che all’ultimo atto di un dramma polemico-politica, sembra di assistere al corpo a corpo tra protagonista e comprimario in scena, laddove per scena però deve intendersi lo spettacolo degradato e a rischio delle nostre città: Palermo compresa purtroppo. E invece di collaborare dallo stesso fronte per conseguire un medesimo risultato, quello della messa in sicurezza delle nostre città, ci si sgomita, ci si dissocia, si minaccia a suon di esposti e ricorsi. Come testimoniato dall’ultima alzata di tesa del sindaco siciliano che, in una conferenza indetta per chiarire la posizione dell’amministrazione comunale sulla decisione di Salvini di dichiarare «guerra a balordi e agli spacciatori», fa sapere che da parte sua intanto vuole sapere «la definizione giuridica di balordo», e in seconda battuta che, contro «disegno eversivo del ministro dell’Interno» – riferisce tra gli altri in queste ore il sito de Il Giornale – presenterà «un esposto alla Corte di giustizia dell’Aja per violazione dei diritti umani; l’avevo presentato un anno e mezzo fa, lo rifarò arricchendolo di nuovi elementi». Perché? Ma semplice: per mettere al bando «un metodo che stravolge le competenze istituzionali»…

Giorgia Meloni replica a Orlando: «In Sicilia lo vedo male, dovrebbe candidarsi a Tripoli»

La replica al primo cittadino, allora, arriva direttamente dalla leader dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che come riferisce sempre il quotidiano milanese diretto da Sallusti, commenta: «Orlando? Si candidi a Tripoli… Per favorire l’immigrazione incontrollata Leoluca Orlando alla fine si candiderà come sindaco a Tripoli perché a Palermo lo vedo male», ha sottolineato la numero uno di FdI ai microfoni di 24Mattino di Maria Latella e Oscar Giannino su Radio 24. «Se il parlamento fa una legge la rispettano tutti. La democrazia funziona così» ricorda la Meloni rivolgendosi direttamente a Orlando. Che dal canto suo, sordo a qualunque tipo di richiamo logico, politico o istituzionale che sia, va avanti deciso a contrastare la direttiva di Salvini: a costo di scomodare la Corte europea…

 

Commenti

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  • 19 Aprile 2019

    Ma i tantissimi siciliani onesti,e in particolare i palermitani,stanno zitti?
    Non hanno occhi per vedere come è conciata la loro città?
    A quanto una ribellione totale per destituire questo sindaco,filo islamico?
    Siciliani svegliatevi e date ottima e concreta visibilità alla vostra bellissima isola.