La rappresaglia di Salvini: blocca il “Salva Roma” per togliere ossigeno alla Raggi

19 Apr 2019 11:43 - di Redazione

Matteo Salvini è furioso per la vicenda Siri e tira fuori gli artigli. Ormai è guerra di logoramento tra Lega e 5Stelle a poche settimane dal voto. Il nuvo pomo della discordia riguarda le casse dissestate dell’amministrazione capitolina che rischia il collasso. L’ultima mossa a sorpresa del vicepremier leghista, confermata da fonti governative, è lo stop al Salva-Roma con la richiesta di stralciare la norma dal decreto Crescita, il cui testo finale, non ancora pronto, tornerà sul tavolo del Consiglio dei ministri il prossimo 24 aprile. I dubbi di Salvini sulla ciambella di salvataggio a Roma Capitale sono dettati dalla volontà di dare il colpo di grazia a Virginia Raggi e a Luigi Di Maio. Per ora è solo una richiesta ma non è escluso che la misura verrà cancellata. Immediata la reazione in casa 5Stelle: «La norma che la Lega vorrebbe togliere dal decreto Crescita non è affatto un “salva Roma”, ma un “salva Italia”. Evidentemente, quando la Lega non riesce ad intestarsi qualcosa, la boicotta. Ma non accettiamo ricatti: eliminare questa norma, che è a costo zero per lo Stato, significa fare un torto non al Movimento 5 Stelle, ma a tutti gli italiani». Una rappresaglia inaccettabile per la Raggi: «Il ministro vuole forse continuare a dare 2.5 miliardi alle banche o li vuole restituire agli italiani? Non salva Roma ma tutti gli italiani».

Salvini vuole annullare il Salva-Roma

Anche Fratelli d’Italia scende in campo contro la storica vocazione antiromana e antimeridionale del Carroccio. «Di fronte alle rassicuranti dichiarazioni televisive sulle trasformazioni in un partito nazionale – dichiara Fabio Rampelli – l’ostinazione con la quale si considererebbe la Capitale alla stregua di un qualunque comune è tarda a morire. Tutte le statistiche emanate da qualunque istituto scientifico dimostrano che per complessità, competenze, estensione territoriale, per contenere uno Stato nello Stato ed essere Capitale del Mezzogiorno e del Mediterraneo, Roma dovrebbe ricevere immediatamente poteri speciali, beni e risorse in misura assai maggiore rispetto alle mance elargite da 150 anni a questa parte». “Se Salvini invece di studiare questi dati inoppugnabili si limitasse alla sola verifica degli stanziamenti dello Stato Francese per Parigi, del Regno Unito per Londra, della Germania per Berlino – conclude il vicepresidente della Camera – si renderebbe conto che quanto previsto dal Salva Roma è semplicemente un’elemosina. Se le cose stessero così per Salvini Roma non è Capitale d’Italia, ma era e resta ladrona, come la definivano Bossi e lui prima del presunto ravvedimento».

Il primo Salva-Roma nel 2013

Quella del Salva-Roma è una storia che viene da lontano e che ha sempre visto lo scontro tra il governo nazionale e il Campidoglio, basta pensare al 2014 quando Ignazio Marino, in caso di bocciatura, paventò il rischio default per il Campidoglio prospettando soluzioni drastiche. Il primo decreto Salva Roma è datato 28 ottobre del 2013, a vararlo l’allora governo Letta con l’obiettivo di affrontare i gravi problemi di bilancio di Roma Capitale i cui debiti ammontavano ad 864 milioni di euro. Come sempre, però, nel decreto venne inserito un po’ di tutto; anche cose che con il decreto di partenza non hanno assolutamente nulla a che fare. Quando la prima bozza passò per il Senato a fine 2013 vennero inseriti emendamenti tra i più vari e coloriti: dai treni della Valle d’Aosta ai fondi per il paese di Padre Pio, Pietrelcina, passando per fondi destinati al trasporto pubblico calabrese. Una pioggia di emendamenti al punto che l’allora presidente della Repubblica Napolitano intervenne in prima persona con una lettera alla Camera nella quale ricordava agli onorevoli  la natura deldecreto (provvedimento adottato in casi straordinari di necessità e urgenza) invitandoli ad attenersi strettamente all’oggetto originario del provvedimento stesso. E il decreto venne archiviato, così il governo Letta presentò un Salva Roma bis, anche questo  annacquato con norme relative ad altri argomenti. Ci sarà un Salva- Roma ter e la storia si ripete.

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