Il 25 aprile nel mondo? Dedicato alla giornata dei pinguini: #WorldPenguinDay

25 Apr 2019 19:46 - di Roberto Frulli
25_aprile_festa_dei_pinguini

Forse è arrivato davvero il momento di ripensare il 25 aprile e la cosiddetta Festa della Resistenza.  Una “festa” che divide e fa litigare persino chi la organizza. Ogni anno, ogni 25 aprile è sempre la stessa storia. Mattarella si augura che il 25 aprile sia una “festa” che unisce tutti gli italiani, come hanno puntualmente fatto, accarezzando la retorica, quasi tutti i sui predecessori. Ma, poi, fra polemiche, insulti, slogan offensivi, contestazioni, devastazioni e danneggiamenti la presunta “festa” si trasforma ben presto in una rissa. E allora?
E allora, forse, è il caso di scegliere un’altra “bandiera” più che quella divisiva e rissosa della Resistenza e della “Liberazione”.
Forse è il caso di adeguarsi, il prossimo 25 aprile. Mettere da parte bandiere dell’Anpi, rosse, della Cgil, del Pd. Accantonare “Bella Ciao” e “Fischia il vento”. E issare, invece, in alto, verso il cielo, una bella bandiera con un pinguino. Come fanno in tutto il mondo (meno che in Italia) dove il 25 aprile si festeggia il #WorldPenguinDay, la giornata della festa del pinguino.

Chissà, forse anche Greta Eleonora Thunberg Ernman, la petulante bimbetta svedese che fa l’attivista per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, festeggerà, ogni 25 aprile, il #WorldPenguinDay più che la Resistenza o la “Liberazione”. Magari l’avrà anche candidamente confessato in un orecchio a qualcuno dei suoi estasiati fan che, in questi giorni si sono spellati le mani mentre lei li insultava e li schiaffeggiava metaforicamente.

Sta di fatto che numerosi Paesi (Italia esclusa) il 25 aprile preferiscono occuparsi di pinguini più che di Resistenza.
Il motivo per cui i pinguini si festeggiano proprio il 25 aprile è che questa giornata ricorda la data in cui questi uccelli marini cominciano la migrazione verso nord. Senza peraltro, né bandiere, né vessilli nè, tantomeno, fazzoletti rossi al collo. Così, come mamma Natura li ha fatti, con quello smoking naturale bianco e nero che fa poco rivoluzionario ma molto molto chic.
Esistono, spiegano dal #WorldPenguinDay,  18 specie di pinguini. E vivono tutte nell’emisfero sud, in Antartide, Nuova Zelanda, Africa australe, Sudamerica, Australia.
Il pinguino delle Galapagos è quello che vive più a nord di tutti, sopra l’equatore. Un pinguino leghista? Chissà.

I pinguini sono a rischio a causa dell’inquinamento, della riduzione di cibo a causa della pesca intensiva nell’Antartide e del cambiamento climatico.
Perfino in Italia, nonostante il 25 aprile ancora nessuno li festeggi (siamo troppo concentrarti a festeggiare la Resistenza e la “Liberazione” per ricordarci di festeggiare i pinguini) vivono e si riproducono numerosi. Ma non in natura, negli acquari, parchi marini e bioparchi dove sono stati relegati con quello smoking morbido e pelosetto che, certo, stonerebbe un po’ in mezzo ad un corteo per la “Resistenza“.

Proprio di recente allo Zoomarine di Torvaianica, località balneare a nord della Capitale, sono nati due cuccioli di pinguini. E oggi, in occasione della #WorldPenguinDay, ne è stato presentato uno in società. Col suo mini-smoking bianco e nero, ha sfilato impettito, senza bandiere rosse ne gonfaloni, come se fosse un 25 aprile qualsiasi. #Liberailpinguinocheèinte!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *