Elezioni in Spagna: rebus governo, alla destra di Vox 24 seggi. FdI: «Adelante!»
Le urne in Spagna non sciolgono i nodi. A sinistra tentano di mettere in piedi un governo contraddittorio, i popolari sono storditi, la destra di Vox festeggia, per la prima volta entra in Parlamento. I risultati delle elezioni in Spagna pongono in essere il rebus dell’esecutivo, è difficile mettere in piedi il governo. I socialisti del premier uscente Pedro Sanchez, pur essendo arrivati primi, non hanno i numeri. Avanzano i liberali europeisti di Ciudadanos, crolla il Partido Popular.
L’affermazione della destra di Vox
La destra di Vox, all’esordio, ottiene un’ottima affermazione e debutta alle Cortes con 24 seggi e il dieci per cento dei voti. Sanchez sale al 28,7% dei consensi passando da 84 a 122 seggi e tornando a essere il partito di maggioranza relativa del paese. Il Partido Popular con il 16,7% raccoglie il risultato peggiore della sua storia; i suoi seggi sono 66. Salgono al 15,8 e a 58 seggi i liberali filo europeisti di Ciudadanos, mentre Podemos di Pablo Iglesias cala a 42 deputati. Né lo schieramento di sinistra né quello di centrodestra (Popolari e Ciudadanos) dispongono dei voti sufficienti per governare.
Il messaggio della Meloni: «Adelante!»
La sinistra avrà bisogno dell’appoggio di partiti minori, in particolare gli indipendentisti catalani. Il che rende complica tutto. A Sanchez non bastano i deputati della sinistra radicale di Podemos per raggiungere la soglia dei 176 seggi necessari. «Complimenti per lo storico risultato a Santiago Abascal e agli amici di Vox», ha scritto su Twitter la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Con loro gli spagnoli hanno detto no ad ogni secessionismo, all’immigrazione incontrollata e alla deriva relativista. Adelante!».