Di Maio esclude (per ora) la patrimoniale, ma il Pd di Zingaretti vacilla: è già sotto ricatto della Cgil
«Non ci sarà alcuna manovra correttiva e nessuna patrimoniale», assicura il vicepremier Luigi Di Maio intervistato a Mattino Cinque, aggiungendo che il governo sta invece lavorando sul salario minimo orario. Ma la polemica sulla possibile introduzione della tassa”sulla ricchezza”, alla luce degli sgangherati conti pubblici italian, infuria sia dentro che fuori la maggioranza mentre il vicepremier grillino ribadiscel’intenzione di mettere a punto sconti per le famiglie a partire da quelli sui pannolini, sulle rette dell’asilo nido oltre a interventi per le giovani coppie che intendono acquistare una casa.
Il dubbio amletico di Zingaretti
Tassare o non tassare? Questo è il problema. Sulla patrimoniale anche il Pd è da ieri in forte imbarazzo. «Io credo nella progressività delle imposte, come previsto dalla Costituzione. Soltanto a quello», aveva detto il giorno delle primarie Nicola Zingaretti, dopo che tutti i candidati alle prossime primarie dem si erano ritrovati concordi nella chiusura unanime su un eventuale provvedimento che tassi i ricchi. Oggi che però Zingaretti cerca di creare un fronte di sinistra che vada da Mdp alla Cgil di Landini, si ritrova a dover fronteggiare le richieste di patrimoniale che arrivano dall’ala sinistroide del sindacato (ma anche da una parte di Confindustria) e dalle accuse preventive dei renziani su possibili “cedimenti” su quel fronte fiscale. Intanto, le reazioni all’ipotesi di un ricorso alla patrimoniale già fioccano dalla società civile. Il terrore della sinistra tassatrice avanza.
I comunisti del PD sono dei fenomeni, dopo aver impoverito gli italiani con Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, distruggendo quel poco di ricchezza che ancora era presente nelle tasche degli italiani, ora propongono la patrimoniale e l’aumento degli stipendi dei politici. Sono dei veri amici fedeli di confindustria e delle multinazionali.