Conti pubblici, cartellino giallo per l’Italia. E due! Moscovici boccia il Def: «Il debito pesa sulla Ue»

13 Apr 2019 10:40 - di Prisca Righetti

Cartellino giallo per l’Italia. E sono due. Ancora una volta la Ue e il suo commissario per gli affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ammoniscono il Belpaese sui conti che, a detta degli amministratori di stanza a Bruxelles, non tornano. «L’Italia sta soffrendo una situazione di stagnazione se non di recessione. E la situazione italiana è fonte di incertezza per tutta l’Eurozona», ha sentenziato quasi senza possibilità d’appello Moscovici, parlando a margine dei lavori del Fmi con il preciso intento di bacchettare l’esecutivo giallo-verde e le sue manovre finanziarie.

Moscovici boccia il Def e ammonisce l’Italia: i conti non tornano e pesano sulla Ue

E ancora: entrando nel merito di ammonimenti e suggerimenti utili, il commissario Ue per gli affari economici e monetari, ha anche aggiunto come e perché «servono riforme strutturali vere e credibili e misure per la crescita. E non è questione di essere duri, ma il debito deve calare». Il conto è in rosso, insomma, e per questo Moscovici è tornato a tirare le orecchie all’Italia ribadendo la necessità di dimostrare «credibilità. Tutti – ha concluso nella sua ennesima requisitoria al Belpaese Moscovici – devono rispettare le regole e rispettare gli impegni presi. È una questione di sostenibilità». Tanto che, dopo aver sottolineato la nostra inadempienza economica, Moscovici  conclusa la tirata d’orecchie passa addirittura agli ultimatum: e come riferisce il sito dell’Ansa ancora in queste ore, tuona: «Prenderemo le nostre decisioni sull’Italia sulla base delle nostre stime – ha concluso –. La nostra decisone sarà il 7 maggio e dovranno tornare i conti sulla base delle nostre indicazioni». Dunque, da una parte la Ue che mette all’angolo l’Italia sui conti pubblici, dall’altro gli stati Uniti che ci tendono la mano: così, come riferisce il sito de la Repubblica a riguardo, ieri anche a Washington, durante le riunioni degli Spring Meetings del Fondo monetario internazionale, si è discusso sulla bocciatura del commissario europeo per l’economia, Pierre Moscovici, che come detto, all’indomani della pubblicazione del Def ha bacchettato il governo Conte richiamando il Paese sulla necessità di «riforme riforme strutturali vere e credibili e misure per la crescita» e ribadendo che «non è questione di essere duri, ma il debito deve calare».

Gli Stati Uniti invece tendono una mano: positivo l’incontro tra Tria e il segretario del Tesoro Usa

Le difficoltà dell’Italia – nello specifico deficit e debito – pesano sull’Eurozona e sono sottolineati in rosso sui libri contabili della Ue, e se Moscovici in conclusione ci tiene a far sapere anche che a maggio sarà analizzato «il documento e alla fine faremo tutte le valutazioni ma in base ai nostri conti» che dovranno tornare sulla base delle «nostre indicazioni», di tenore decisamente conciliante più conciliante è stato l’incontro bilaterale tra il ministro del Tesoro italiano, Giovanni Tria, e il segretario del Tesoro, Steve Mnuchin che ha teso la mano all’Italia. «È stato un incontro eccellente e produttivo – ha dichiarato il responsabile del dicastero americano – abbiamo parlato di tante cose, abbiamo parlato dell’economia italiana, dei nostri rapporti commerciali e dei temi del G7». «L’Italia non è un rischio globale: non c’è bisogno di alcuna rassicurazione», ha detto Tria a sua volta a margine dei lavori del Fondo e riferisce tra gli il sito de la Repubblica. Una tesi collegata alla considerazione più volte rilanciata dal nostro ministro, secondo cui «in Italia c’è un rallentamento dell’economia di pari misura che in Germania». E sottolineando che, se è vero che «le banche italiane hanno risentito della doppia recessione», è pur vero che, «in sé, il sistema è uno dei più sani d’Europa». Quindi, ne consegue, che l’Italia rispetterà gli impegni economici e farà quadrare i conti. Con buona pace di Moscovici e colleghi…

Commenti

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  • Giacomo Puliatti 14 Aprile 2019

    Io direi che questo “moscone e company” se ne devono andare a casa per il bene di quell’Europa che loro non sono riusciti a governare senza essere di parte. L’ammon ire uno stato sovrano non compete a uno che non ci può sopportare perchè gli diamo fastidio. Il nascondersi dietro al posto di politicante europeo non significa poter fare e dire quello che si vuole. Ma arrivati a questo punto, non resta altro da dire questo: ” Meno male che sta per arrivare Maggio!” e…. tutti a casa!!!

  • eddie.adofol 14 Aprile 2019

    AMMAZZA QUESTO HA PROPRIO UNA FACCIA DA DELINQUENTE MA CE LI METTONO APPOSTA QUESTI TIPI?????? BOHHHH