Caso Cucchi, per i depistaggi chiesto il rinvio a giudizio di 8 carabinieri
La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per otto carabinieri per i presunti depistaggi nell’ambito dell’inchiesta sul caso di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga. La richiesta, firmata dal pm Giovanni Musarò e dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, riguarda, tra gli altri, il generale Alessandro Casarsa, allora comandante del Gruppo Roma, e Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma.
Le accuse sono falso, favoreggiamento, calunnia
Nell’ambito delle indagini sui depistaggi sulla morte di Cucchi, le accuse per gli otto carabinieri, a vario titolo e a seconda delle posizioni, sono quelle di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia. Oltre a Casarsa e Sabatino, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche Francesco Cavallo, all’epoca dei fatti tenente colonnello e capo ufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, all’epoca dei fatti maggiore dell’Arma e comandante della compagnia Roma Montesacro; Massimiliano Colombo Labriola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all’epoca in servizio alla stazione di Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, comandante della quarta sezione del nucleo investigativo dei Carabinieri e il carabiniere Luca De Cianni a cui è contestato il reato di falso e di calunnia.
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