Arrestato latitante jihadista. Di Maio ingoia il rospo mentre Salvini esulta
Un altro latitante finisce in manette, un altro successo per il Viminale nella crociata contro il terrorismo islamico. È stato arrestato in Albania Bledar Ibrahimi, 28 anni, albanese, ricercato per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale. Nel 2016, nella sua abitazione a Pozzo d’Adda, nell’hinterlanddi Milano, era stato trovato materiale informatico, tracce di contatti con fondamentalisti islamici e documenti video-fotografici inneggianti alla Jihad.
Salvini: nessuna tregua ai criminali
«Grazie alla magistratura e ai nostri investigatori, a partire dal Ros, che non hanno mai mollato. Grazie anche alle autorità di Tirana. È l’ennesimo latitante fuggito e catturato all’estero. Nessuna tregua ai criminali e ai fanatici», commenta soddisfatto Matteo Salvini proprio nel giorno in cui Di Maio e i grillini accusano il ministro dell’Interno di aver fatto poco in tema di rimpatri, immigrazione, sicurezza e di nascondersi dietro gli slogan. L’arresto clamoroso è una risposta immediata del ministro dell’Interno alla guerra strisciante con i pentastellati che ormai, in piena campagna elettorale, vestono i panni dei principali oppositori di Salvini.
Bledar Ibrahimi era un ragazzo di vent’anni arrivato dall’Albania e finito quasi per caso a Pozzo d’Adda. Ed è stato proprio in questo paese di seimila abitanti al confine con la provincia di Bergamo che ha rinnegato le origini e la sua terra, giurando nel nome di Allah e nell’esercito dell’Isis, sedotto dalla propaganda del web tanto da cambiare nome e profilo Facebook. L’albanese, uno dei nomi pesanti e centrali nelle indagini dell’antiterrorismo, aveva stretto amicizia con ampia parte della rete di sostenitori dell’Isis in Lombardia.