Approvato un Def che non significa nulla, prevale l’eterno rinvio
Ci hanno impiegato appena trenta minuti per approvare un Def costato polemiche enormi in settimana. Il risultato è un nulla di governo, che non offre garanzie ai cittadini. Di un documento così scritto si capisce poco o nulla, se non che le cose vanno male. Al punto che non hanno nemmeno presentato il Def in conferenza stampa.
Tutto rinviato a settembre
Stamane era stato Adolfo Urso, senatore di Fdi, a preconizzare che si sarebbe trattato solo di “un manifesto elettorale senza coperture, che rinvia a settembre persino le eventuali misure alternative che dovrebbero evitare l’aumento dell’Iva e delle accise sulla benzina”.
Insomma una vera e propria commedia con annessa stangata prossima ventura su consumi e imprese. Sulla flat tax solo un accenno, inventando le due aliquote, che non sono esattamente la tassa piatta promessa da Salvini. Le stesse previsioni fosche sulla crescita – appena 0,2 – lasciano intuire ombre pesantissime sulla manovra di bilancio che verrà dopo le elezioni europee. L’Europa ci costringerà a fare i conti con l’Iva, perché nessun paese sarà disponibile a soccorrere uno Stato membro che continua a indebitarsi.
Nessuna rivoluzione fiscale
In buona sostanza, non abbassiamo le tasse, ma buttiamo soldi per un reddito di cittadinanza pagato da quelli che versano fior di quattrini all’erario. La promessa rivoluzione fiscale resta nel libro dei sogni.
A Lega e Cinquestelle interessa solo arrivare alle elezioni europee, pur in una lite continua tra loro.
Chi ci rimette è il popolo italiano costretto a fare i conti con la recessione che ormai domina la nostra economia. Loro, i partner di governo, lasceranno ad altri il compito di rimettere a posto le cose, ma con salassi altissimi a causa di scelte politiche irresponsabili. La stangata entrerà direttamente nelle tasche degli italiani, altro che sviluppo.
E’ chiarissima la scelta prelettorale, rinviando a dopo il 26 maggio le cose da fare. È il segnale che si divideranno perché non ci sarà un fatturato politico utile.
Del resto, il M5S fa sapere di non essere entusiasta. Chiedeva più certezze sullo stop all’aumento dell’Iva, con le clausole di salvaguardia che non dovranno scattare”. Così, fonti di governo M5S hanno spiegato all’Adnkronos i malumori sull’approvazione del Def, malumori che hanno fatto saltare la conferenza stampa, un appuntamento pressoché tradizionale dopo il via libera al documento. Ma i 5 Stelle parlano di mal di pancia interni anche sulla flat tax, “che così è una farsa: solo due righe nella parte discorsiva” del Documento di programmazione economica e finanziaria.