Approvata la Legge Europea che riguarda gli agenti immobiliari: le nuove regole
In questi giorni in Senato è stata approvata la Legge Europea che regola le incompatibilità degli agenti immobiliari. Dunque, con essa sono esclusi a priori dall’esercizio i dipendenti di banche, finanziarie, assicurazioni, di enti pubblici e privati e le professioni intellettuali in situazioni di conflitto di interesse con l’attività di mediazione. In estrema sintesi nei casi di conflitto di interessi ci sarebbe incompatibilità. Novità questa che potrebbe anche mettere ordine nel settore, come nel caso delle agenzie bancarie immobiliari che da qualche anno operano legittimamente e che tanto inquietano gli agenti tradizionali. E’ pertanto realistico credere che le agenzie bancarie immobiliari saranno messe “fuori gioco” dalla nuova Legge? In teoria forse, in pratica magari è cosa difficile da attuare, se non altro perchè uno degli enigmi mai risolti in Italia, dalla politica a tutto il resto, è proprio quello del conflitto di interessi. E se di contro, forti del fatto che il conflitto dovrebbe essere prima di tutto dimostrato, entrassero ugualmente in massa nel settore della mediazione immobiliare anche coloro i quali non potrebbero? Resta inteso che la nuova Legge non credo introduca maggiori tutele per la categoria degli agenti immobiliari, quantomeno che non fossero già previste dalla Legge 39/89 e successive modifiche ed integrazioni. Vero è però che introduce un’opportunità che è quella di permettere alle agenzie immobiliari di erogare maggiori servizi ai clienti. Ma per permettere questo, era proprio necessario allargare le maglie per l’accesso alla professione anche a chi già fa ben altro mestiere e/o professione? E fosse questa un’arma a doppio taglio cioè l’ennesima Legge a svantaggio degli agenti immobiliari? Ma perché dire ennesima? Semplice, basti guardare cos’è accaduto negli anni scorsi in cui di norme strane e per volte svantaggiose a discapito degli agenti immobiliari ne son state fatte. Andando a memoria, tutto inizierebbe con l’emanazione dell’illegittimo (per via della sua retroattività) ed iniquo Decreto 141/2010 (bozza scritta dal Governo Berlusconi e adottata dal subentrato Governo Monti) che a Gennaio 2013 entrò in vigore comportando la chiusura di centinaia di migliaia di PMI già operanti nel settore della mediazione creditizia, giacchè impossibilitate ad adeguarsi all’assurdo obbligo di capitalizzazione minima (inizialmente 120.000,00, oggi 50.000,00 euro) sebbene regolarmente iscritte nell’Albo UIF (Banca d’Italia) contestualmente soppresso. Detto Decreto danneggiò anche gli agenti immobiliari imponendo loro non solo l’incompatibilità professionale con l’attività di mediazione creditizia (sebbene attività tra loro correlate), ma al contempo l’assurdo divieto di segnalazione clienti ad istituti di credito e/o consulenti/mediatori creditizi e/o agenti in attività finanziaria pena la reclusione ad un anno (divieto che a tutt’oggi purtroppo esiste ancora), costringendoli così a vendere un servizio monco. Ironia della sorte, il Decreto 141/2010 si è visto che negli anni avrebbe potenzialmente e paradossalmente “agevolato”, involontariamente ovvio, i soli grandi gruppi intenti a voler dominare i duplici settori della mediazione creditizia ed immobiliare, se non altro perché questi gli unici a potersi sdoppiare giuridicamente e, sia pur nel massimo rispetto della norma, hanno potuto offrire un servizio completo ai loro clienti. Paradossale fu il fatto che il Decreto in oggetto dissero fosse null’altro che la conseguenza del recepimento di una norma Europa rientrante in una sorta di liberalizzazione delle professioni e venne detto professionalizzante giacchè imponeva l’obbligo di assicurazione professionale a tutela dei consumatori, quello di capitalizzazione minima, gli esami per l’accesso alla professione, e la formazione continua e certificata a tutti gli operatori. E come non essere d‘accordo con il fatto di professionalizzare le professioni, ma non sarebbe bastato solo introdurre l’obbligo dell’assicurazione, quello degli esami per l’accesso alla professione e la formazione continua e certificata, escludendo quello di capitalizzazione minima che non credo professionalizzi ed al contempo l’effetto retroattivo alla stessa norma? Nonostante tutto in tanti esultarono gridando al gran successo per l’entrata in vigore del Decreto in questione.
Sempre nel 2013 veniva soppresso il ruolo camerale degli agenti di affari in mediazione. Anche in quell’occasione gli agenti immobiliari dovettero imporsi per far mantenere inalterate le regole per l’accesso alla professione, oltre alla relativa incompatibilità professionale quale una sorta di “salva argine” che, fortunatamente, non fu cambiata sebbene la volontà di farlo da parte dell’allora Legislatore pare ci fosse tutta.
Dopo qualche anno anche il Governo Gentiloni prende di mira gli agenti immobiliari emanando il Decreto 50/2017, con il quale riconosce le piattaforme digitali delle locazioni brevi intermediarie tanto quanto le agenzie immobiliari regolari. Cosa strana però è che dette piattaforme sia pur svolgendo in concreto l’attività di mediazione nel web, il più delle volte sarebbero sprovviste delle necessarie abilitazioni a svolgere detta attività, come la Legge in materia impone di detenere. Pertanto, queste rappresenterebbero il più grande e gravoso fenomeno di esercizio abusivo della professione ad oggi mai esistito, ma ciò nonostante il Legislatore gli attribuisce l’onere e l’onore di sostituti d’imposta per le locazioni brevi alla pari delle agenzie immobiliari regolari. Ed anche questa scelta anomala del Legislatore, della quale non se ne comprende la ratio se non solo quella di voler fare cassa ad ogni costo, pare evidente che non abbia certamente prodotto agevolazione alcuna alla categoria degli agenti immobiliari ai quali oltre al danno per l’aggravio di lavoro e l’esborso di denaro per strutturarsi e divenire “esattori” di Stato, anche la beffa ovvero il maggior danno nel vedere le piattaforme digitali a loro equiparate dunque attribuite del medesimo onere ed onore di sostituti di imposta quindi quasi “legittimate”.
Tornando ai giorni nostri, registriamo che gli eurocrati chiedono al Legislatore di modificare l’accesso alla professione di agente immobiliare benchè a loro dire troppo rigido per via delle incompatibilità professionali previste dalla Legge 39/89 e successive modifiche ed integrazioni. Da qui quest’ultimo si appresta a modificare la Legge come richiestogli approva la Legge Europea.
A questo punto nella testa di molti pensanti diversi interrogativi si susseguono:
Come mai tutto questo accanimento che perdura negli anni e che “tormenta ed insegue” la categoria degli agenti immobiliari? Cos’è che bolle in pentola e che magari non si palesa, e che peggio ancora lo si vorrebbe far passare puntualmente come cosa buona, giusta e doverosa da fare? Ma soprattutto, a chi possono realmente giovare queste smisurate “liberalizzazioni selvagge” dettata dall’Europa negli anni ai vari Legislatori che si susseguono?
Sarebbe interessante avere le risposte giuste e soprattutto sapere se un giorno dovremo ringraziare chi ha voluto apportare tutte queste modifiche o, al contrario, con chi prendercela qual ora a pagarne le estreme conseguenze sarebbero gli agenti immobiliari che bene fanno a porsi domande, perché in ballo c’è il loro lavoro, i loro interessi ed il loro stesso futuro, e non mai quello di altri.
C’è un’inflazione di norme di legge. Cosi si creano nuovi problemi e si ostacola la vita economica.