Allarme di Bankitalia: “Senza l’aumento dell’Iva il deficit salirà al 3,4%”
Nonostante i proclami e le rassicurazioni del governo, l’aumento dell’Iva sembra quasi inevitabile. A sostenerlo gli studi della Banca d’Italia. È quanto è emerso nel corso di un’audizione parlamentare sul Def.
Se non si attueranno gli aumenti automatici dell’Iva, previsti a legislazione vigente, «il disavanzo si collocherebbe meccanicamente al 3,4% del prodotto nel 2020, al 3,3% nel 2021 e al 3% nel 2022». Lo ha detto Eugenio Gaiotti, capo economista di Bankitalia, in un’audizione preliminare sul Def di fronte alle commissioni di Bilancio della Camera e Senato. Il Documento «rimanda alla prossima legge di bilancio la definizione di “misure alternative di copertura», tuttavia «non fornisce informazioni di dettaglio».
Che cosa prevede il Def sull’Iva
«La lettura della previsione tendenziale – si legge nel Documento di economia e finanza – deve tenere conto del fatto che la legislazione vigente, come modificata dalla Legge di Bilancio 2019, prevede un aumento delle aliquote Iva a gennaio 2020 e a gennaio 2021, nonché un lieve rialzo delle accise sui carburanti a gennaio 2020». Tuttavia, come si legge nel Def, la previsione tendenziale viene fatta in base alla legislazione vigente.
Al momento è in vigore la legge di Bilancio per il 2019, che prevede un aumento nel 2020 dell’Iva agevolata dal 10% al 13% nel 2020 e dell’Iva ordinaria dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021. In compenso le norme che potrebbero sterilizzare questi aumenti non sono ancora state varate e dunque era impossibile, nello scenario tendenziale, non tenere in considerazione l’aumento dell’Iva previsto dalla legge di Bilancio per il 2019. Insomma, al momento l’aumento dell’Iva è confermato, in attesa che si trovino i miliardi necessari (23,1 miliardi nel 2020 28,8 nel 2021) per scongiurarlo.