Allarme conti, l’Italia nel fuoco incrociato. Juncker a Palazzo Chigi e al Colle: vuole rassicurazioni

2 Apr 2019 9:40 - di Monica Pucci

Renato Brunetta, nel suo report mattutino, parla esplicitamente di economia in “fase pre-default”. «L’ultimo previsore a prevedere un segno negativo è stato l’Ocse che ha rivisto al rialzo le sue stime sul rapporto deficit/Pil, previsto al 2,5% per il 2019 e addirittura al 3,0% per il 2020, mentre il debito dovrebbe salire al 134,0% del Pil quest’anno e al 135,0% l’anno prossimo, una soglia da pre-default». Analisi impietosa, quella dell’economista di Forza Italia, che riprende le stime negative dell’Ocse e i giudizi impietosi sulle misure del governo, da “quota 100” al reddito di cittadinanza ma soprattutto le stime di crescita che preoccupano l’Europa, la stagnazione, di cui oggi il presidente della Commissioen Ue, Jean Claude Juncker, parlerà a Palazzo Chigi con Conte.

L’incontro tra il remier e il presidente Ue,inizialmente previsto pwr ieri, è stato rimandato per  un problema tecnico del velivolo che deve trasportare il presidente della Commissione da Saarbrucken, dove era intervenuto nel Landtag (il parlamentino) della Saarland, in Germania, a Roma. Il velivolo, a causa dell’inconveniente, ha ragiunto la capitale solo a tarda sera. Questa mattina Juncker, dopo Conte, prevede anche un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e con l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Juncker, intervistato da Fabio Fazio per “Che tempo che fa”, era stato durissimo, domenica sera, nei confronti dell’esecutivo. «Penso che l’Italia sappia quali sono i suoi problemi: la sua crescita è in ritardo rispetto all’Europa, da vent’anni a questa parte  Bisognerà dunque che l’Italia torni a scoprire gli strumenti che le permetteranno di rilanciare la propria crescita». Il governo, al momento, è spaccato soprattutto sulla posizione del ministro Tria, nel mirino dei grillini per le sue prudenza sulla crescita del Pil e nel mirino della Lega per i decreti sul rimborso ai truffati delle banche. Esclusa, però, al momento, una manovra correttiva, che andrebbe varata questa primavera, prima delle Europee. Ipotesi molto, molto difficile.

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