A cena con un uomo misterioso, poi Imane cominciò a star male: terribile sospetto dell’amico della modella morta

25 Apr 2019 12:53 - di Greta Paolucci
La modella marocchina Imane Fadil, testimone dei processi Ruby

Quando sulla misteriosa morte della modella di origini marocchine, Imane Fadil, si pensa sia stato detto di tutto e di più. Mentre la magistratura inquirente prende tempo e allunga i tempi per l’approfondimento dell’esame autoptico, le parole di Giuseppe, 55enne insegnante di inglese e amico fraterno e inseparabile della testimone nel processo Ruby deceduta in circostanze non ancora del tutto chiare, l’uomo che le è stato accanto fino alla fine, parla di una cena fuori con un enigmatico uomo… E il fuoco del sospetto, mai sopito, si riaccende vigoroso alimentando dubbi e ipotesi investigative dell’inchiesta per omicidio aperta dalla procura di Milano…

Quella cena con un uomo misterioso: il sospetto dell’amico fraterno di Imane Fadil, la modella morta a marzo

Giuseppe non crede alla malattia, e non si dà pace per quel continuo, graduale ma progressivo indebolimento di Imane fino alla morte. Non riesce a spiegarsi quell’inesorabile implosione degli organi vitali della bella ex modella, fino al blackout totale, poi come in un flashback, dal buio del dolore un ricordo emerge chiaro, netto: quell’ultima cena fuori, a base di “insalata e con un bicchiere di vino”, di cui l’amica gli ha parlato e momento cruciale in seguito al quale Imane Fadil inizia a star male: un malessere irreversibile e sempre più incalzante dal quale, come noto, la 34enne non si riprenderà più, spegnendosi tra sofferenze atroci.. Come chiarito dal’indagine fin qui, gli esami tossicologi ed autoptici eseguiti sul corpo della vittima rilevano altissimi livelli di 5 metalli pesanti che, come spiega il Corriere della sera citando Giuseppe, detto John, sarebbero «pari a quelli di chi ha lavorato 30 anni in fonderia, ma insufficienti a causare il decesso. John si chiede se l’esame sia stato accurato o no, visto che è stato fatto su sangue e urine diluiti dalle trasfusioni e dalle cure che ne potrebbero aver abbassato i valori, e se non sarebbe stato possibile un trapianto di midollo osseo». Insomma, Giuseppe non si dà per vinto e continua a chiedersi: di che cosa è morta Imane?

Dopo Imane cominciò a star male: sofferenze atroci che ancora avvolgono la morte della modella nel mistero…

Quello da cui riparte per rispondere all’interrogativo che continua ad assillare tutti i suoi pensieri da quel 1 marzo in cui il cuore di Imane ha cessato di battere, è quella sera del 16 gennaio, due giorni dopo l’udienza del processo Ruby ter, dalla quale l’ex modella di origini marocchine esce furente perché esclusa dalle parti civili e confusa in quell’indistinto calderone che parla di olgettine. Imane comincia ad accusare strani disturbi, e come riferisce il quotidiano di via Solferino, «nei giorni precedenti aveva avuto dei malesseri, ma erano mali di stagione», racconta l’amico al giornalista Giuseppe. E ancora: «Rientrata da una cena con un uomo, di cui l’amico non vuole dire in nome (lo ha fatto agli inquirenti) e che potrebbe essere un professionista che ha lavorato per lei, vomita. Disse che aveva bevuto un bicchiere di vino rosso e mangiato un’insalata», ma da allora non si è più ripresa… Dolori alle gambe, problemi allo stomaco, il sospetto che qualcosa di terribile stesse accadendo all’interno del suo organismo ma, di contro, la paura di andare in ospedale nel timore che potessero farle qualcosa perché, riporta il Corriere, «lei aveva dato fastidio». Né Imane prima, né Giuseppe oggi fanno dei nomi: resta il precedente di quella cena, il ricovero d’urgenza all’Humanitas dopo un ulteriore peggioramento delle condizioni della donna: clinica dalla quale la povera Imane non sarebbe più uscita…

 

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