25 aprile, meglio spegnere la luce e dormire ventiquattr’ore filate

24 Apr 2019 6:00 - di Francesco Storace

Verrebbe voglia di una bella dormita. Stanotte a mezzanotte e risvegliarsi dopodomani. Senza sentire il frastuono, il baccano delle risse sul 25 aprile, tra grillini e leghisti, tra filopalestinesi ed ebrei, tutti contro tutti, nel nome della divisione. Altro che Italia pacificata! Questa “festa” intristisce perché se ne dicono di tutti i colori persino fra quanti la promuovono. Oppure, come al governo: il 25 aprile litigano e dal 26 stanno ancora assieme a palazzo Chigi. I famosi valori…
E’ diventata la festa dello sbadiglio, si tiene sveglio solo Emanuele Fiano con il suo delirio legislativo per mettere in carcere chi ha un’idea che non piace a lui. Non gli basta la censura di Facebook persino se di cognome fai Mussolini, lui vuole andare giù pesante, da buon gendarme della post-storia. Quella scritta con la stilografica dei vincitori.

Strepitano fra di loro

Si rendano conto piuttosto del fastidio provocato da quegli strepiti tra di loro. Come lo scontro nel governo. Di Maio che riscopre la vena partigiana, che pure Beppe Grillo sbeffeggiava fino a un po’ di tempo addietro; e Salvini, che a festeggiare non ci pensa proprio e se na va a Corleone.
Il rumore diventa più serio quando coinvolge l’associazione partigiani e la comunità ebraica. Che pare non si vogliano manco salutare, visto che a Roma danno vita a due manifestazioni distinte. Da una parte e dall’altra, come combattenti contrapposti. E in effetti ne abbiamo visti negli anni di schiaffoni che volavano tra le due fazioni, nel mirino la Brigata Ebraica.
Annuncio sui social: “Per chi vuole condividere con la comunità ebraica il #25aprile e il ricordo della brigata ebraica senza essere oggetto di contestazioni e insulti”, con appuntamento al cimitero di guerra del Commonwealth. Tanto per non sfilare con l’Anpi.
Che fa ancora di più a Trieste, disertando la commemorazione ufficiale del Comune alla Risiera di San Sabba. Volevano parlare solo loro…

De Felice e Pansa

E’ così da oltre settant’anni e ogni anno è sempre peggio. Nonostante il tempo trascorso, c’è ancora una faziosità che acceca. Perché in realtà fu guerra civile, e c’è chi si ostina a negarla. Perché verrebbe meno il grande ostacolo alla pacificazione tra gli italiani. E’ stato gettato fango su quanti – tra gli uomini di cultura – hanno cercato tra le carte la verità storica. Il monumentale lavoro di De Felice come la luce sulle tragedie da parte di Giampaolo Pansa. E troppa politica che ci ha speculato sopra, invece, additando come nemici gli intellettuali che non ci stavano.
Chissà quando verrà il tempo della pacificazione, che magari potrebbe ruotare attorno ad un percorso storico più che a una data che, da sola, è emblema evidente della divisione tra italiani. Ci sarà mai spazio per una norma costituzionale di un solo articolo che invece ne indicasse varie, di giornate importanti, a simboleggiare una voglia di unità autentica e di popolo, magari da approvare all’unanimità?
Sì, forse è già notte ed è solo un sogno mentre si fatica a dormire per le urla di quelli che litigano. Ormai il rumore si sente pure dalle tastiere che trasmettono i soliti messaggi di odio. Meglio spegnere la luce e dormire ventiquattr’ore…

Commenti

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  • Wolf Murmelstein 25 Aprile 2019

    In Francia la festività corrispondente venne abolita nel 1975 (!) da Giscard, egli stessi
    combattente. Ricordiamoci che in troppi seppero cambiare la .. cravatta.

  • Laurentius 24 Aprile 2019

    25 Aprile: Festa di San Marco Evangelista e Litanie Maggiori (Rogazioni), secondo il calendario della Chiesa Cattolica di sempre.

  • rino 24 Aprile 2019

    La sinistra si è appropriata del 25 aprile, come si appropriò della marcia della pace e di altre manifestazioni. La colpa è di chi permette queste prepotenze. Non solo i comunisti hanno fatto i partigiani, comunque nel 25 aprile c’è poco da festeggiare, è stata una sconfitta, non è stata una vittoria, ma la fine della nostra indipendenza. Non si festeggiano le sconfitte.