25 aprile, a Roma due Resistenze: la Comunità ebraica scarica l’Anpi. E la isola

23 Apr 2019 15:26 - di Federica Parbuoni

Divide tutti, il 25 aprile. Non c’è solo il fronte contrapposto di chi va e chi non va: anche tra chi alle celebrazioni prenderà parte ci sono spaccature che ormai appaiono insanabili. E Roma ne è testimonianza. Anche quest’anno, infatti, nella Capitale i 25 aprile saranno due: quello della Comunità ebraica, al quale hanno scelto di partecipare gli esponenti del M5S, e quello dell’Anpi, sempre più isolata.

 Il M5S alle celebrazioni della Comunità ebraica

Le autorità cittadine e nazionali rappresentate dai pentastellati saranno ai due appuntamenti organizzati dalla Comunità ebraica: il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro Alfonso Bonafede saranno alla Sinagoga per rendere omaggio alla Brigata ebraica; il sindaco Virginia Raggi e il ministro Elisabetta Trenta interverranno, invece, alla manifestazione al cimitero di guerra del Commonwealth. Alle celebrazioni parteciperanno anche il rabbino capo di Roma, Roberto Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il saggista francese Bernard Henry Lévy.

Il 25 aprile spacca la piazza della Resistenza

La rottura tra Comunità ebraica e Anpi si consumò l’anno scorso sul nodo della presenza al corteo dell’associazione partigiana di «associazioni palestinesi e filopalestinesi con simboli – fu spiegato – estranei allo spirito del 25 aprile». «L’equidistanza tra i simboli di chi combatteva con i nazisti e quelli della Brigata ebraica è inaccettabile e antistorica e se l’Anpi non ha la forza e la volontà di delegittimare la presenza di questi gruppi viene meno il senso di una manifestazione unitaria», fece sapere la Comunità ebraica. Ma il caso di Roma è solo il più eclatante, non l’unico. Nei giorni scorsi l’Associazione Chenàbura Sardos Pro Israele ha fatto sapere che non parteciperà al corteo di Cagliari, perché «non sfiliamo con gli antisemiti». E non è escluso che una presa di posizione simile possa arrivare anche dalla Comunità ebraica milanese, che già lo scorso anno si sfilò dalle manifestazioni “unitarie” in segno di solidarietà verso la comunità romana e che poi, nel corso delle celebrazioni, come già era avvenuto l’anno prima, dovette assistere ai fischi e alle contestazioni rivolti in piazza dai centri sociali alla Brigata ebraica.

Commenti

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  • fabio dominicini 24 Aprile 2019

    ANPI è una parola vuota, senza senso. I cosidetti partigiani di allora sarebbero ora centenari , i loro figli dei settantenni ed i loro nipoti nati alcuni anni dopo la fine della guerra ( fine 49 / primi 50 ).
    L’Anpi è ormai rimasta una sigla per radunare nelle feste comandate ( primo maggio, 25 aprile, cortei antifascisti, anti razzisti , stiamo con le persone e gli immigrati ) i pochi comunisti rimasti per sventolare bandiera rosse, quelle arcobaleno del Pd e dell’Arcigay e quelle dei movimenti filo-palestinesi. Più qualche prete progressista che inneggia all’accoglienza !
    Dimenticavo le bandiere rosse della Cgil, ma anche Uil e Cisl .Proprio bravi !