Via della Seta, firmato il Memorandum tra Italia e Cina. Ora Xi farà tappa a Palermo
Puntuale, com’è doveroso nelle cerimonie ufficiali, è arrivata la firma in calce al Memorandum d’intesa tra Italia e Cina. Quella del vicepremier Di Maio, nella qualità del ministro dello Sviluppo economico, per il governo italiano e quella Xi Jinping per l’esecutivo cinese. Il tutto nella elegante cornice di Villa Madama, dove Xi, che volerà a Palermo subito dopo il pranzo, con 80 ospiti, è stato accolto dal picchetto d’onore dei Carabinieri in alta uniforme. I colloqui tra i due governi si sono tenuti nella Sala della Contessa, ma è in quella intitolata a Giulio Romano che si è materializzato lo scambio formale dei 29 accordi (19 istituzionali e 10 commerciali) in cui si articola l’accordo sulla cosiddetta Via della Seta, in pratica la rete infrastrutturale attraverso cui Pechino farà viaggiare le merci destinate al mercato europeo, e non solo europeo.
Il Memorandum siglato da Di Maio e da Xi Jnping
L’Italia è stata la porta d’accesso, seppur tra mille perplessità (soprattutto statunitensi) e non poche polemiche, a cominciare da quelle dei partner europei, Francia in testa. Perplessità e polemiche raccolte più dal presidente Mattarella, che nel corso dell’incontro con Xi ha tenuto a puntualizzare la reciprocità degli accordi sottoscritti, più che dal premier Conte che ha invece auspicato «una più efficace relazione» tra Roma e Pechino. Ma a quanto ammonta la ricaduta per la nostra economia del Memorandum sulla Via della Seta? Secondo fonti del nostro governo, il valore degli accordi siglati oggi a Villa Madama si aggira intorno ai 2,5 miliardi, ma con un potenziale capace di raggiungere i 20 miliardi, considerando l’effetto “volano” delle intese raggiunte.
Contromossa Macron: vertice con Xi, Merkel e Juncker
Forse è anche per questo che il presidente francese Macron ha invitato al vertice che terrà martedì a Parigi con Xi la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Una contromossa per far apparire isolata l’Italia. Ma per una volta non è così. Lo ha ben capito il Washington Post che ha commentato l’intesa sul Memorandum tra Roma e Pechino parlando di «Italia “provocatoria” (defiant)» che «diventa il primo Paese del G7 a firmare l’iniziativa per la Via della Seta».