Vaccini, Salvini spacca la base dei 5S. I no-vax: «Bravo, in caso di elezioni siamo in tanti…»

7 Mar 2019 12:03 - di Mia Fenice

Tra Lega e grillini scattano nuovamente le scintille. Questa volta scatenare polemiche e divisioni sono i vaccini. Continua, infatti, a far discutere la lettera di Matteo Salvini al ministro della Salute Giulia Grillo, per chiedere un decreto che consenta di far restare a scuola i bimbi non vaccinati fino a 6 anni. Una richiesta a sorpresa che di fatto bypassa il ministro della Salute. La Grillo non nasconde il suo disappunto e respinge l’ipotesi di un decreto (ritiene che lo strumento giusto sia la legge che è già in discussione a Palazzo Madama e potrebbe essere licenziata dal Parlamento entro aprile). Dal canto suo, il sottosegretario M5S al ministero dell’Interno, Carlo Sibilia, no-vax convinto che paragonò la vaccinazione obbligatoria al Tso, oggi nega di aver fatto quelle affermazioni.

Vaccini, soddisfazione dei no-vax

Il clima è bollente. Dopo la rivolta dei presidi, sono i genitori con figli immunodepressi, che non posso frequentare per la presenza in classe di non vaccinati, a scendere sul piede di guerra: «Salvini pensi ai nostri traumi non a quelli dei no vax». Quest’ultimi, invece, apprezzano l’appello di Salvini, e chiedono che l’obbligo vaccinale venga cancellato in modo definitivo.  Stefania D’Alessandro, esponente no vax del Coordinamento di genitori per la libertà di scelta “E pur si muove” di Rimini, apprezza l’apertura di Salvini sui vaccini. «Il ministro in campagna elettorale aveva espresso la sua vicinanza alla nostra battaglia per la libertà di scelta. Ora – dice a La Stampa – si è esposto di più, ma ancora non basta. Vogliamo che non si fermi a chiedere un rinvio rispetto alla scadenza del 10 marzo, vogliamo che vada oltre e che risolva in modo definitivo questa questione eliminando gli obblighi e le scadenze e prevedendo la libertà di scelta. Non ci bastano i rinvii e le promesse, vogliamo che l’obbligo venga cancellato in modo definitivo Salvini si sta rendendo conto che noi genitori favorevoli alla libera scelta siamo l’ago della bilancia in caso di elezioni».

Parlano i genitori dei figli immunodepressi

Chi non vuol sentire parlare di libertà di scelta è Roberta Amatelli, mamma di Viola, 4 anni. Quando aveva 8 mesi le è stato trapiantato il fegato, così non può vaccinarsi e nemmeno ammalarsi perché molti farmaci le farebbero male. Da un mese e mezzo non va alla materna, nel paese in provincia di Alessandria dove vive, perché c’è un’epidemia di varicella. «Quindi siamo noi a non avere la tanto decantata libertà di scelta – afferma a La Repubblica – Sentirsi dire che è un trauma per i bambini dei no vax non poter andare a scuola fa male, perché quelli traumatizzati qui siamo noi. Da alcuni no vax sono arrivate addirittura minacce sul web: veniamo sotto casa a spararti. E al bar hanno detto a mio marito: tanto tua figlia muore lo stesso».

«L’obbligo dei vaccini va esteso e non il contrario»: è quanto dichiara a Il Messaggero Sara Attili, mamma di Matteo, bambino romano di 8 anni immunodepresso dopo aver sconfitto la leucemia. Il piccolo è assente da scuola da un anno, ma presto potrà tornare in classe perché l’unico suo compagno non in regola con i richiami vaccinali ha cambiato istituto. «Se Salvini si facesse un giro nei reparti oncoematologici non so come ne uscirebbe», aggiunge la donna che chiede al vicepremier «di fare un po’ il papà di tutti i bambini e di cercare di tutelarli al meglio, proteggendoli come farebbe con i suoi figli. Servono regole più chiare: profilassi da zero fino ai 14 anni come accade in tanti Paesi Ue».

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