Tav, la grande finzione dei grillini: un no di facciata per darla a bere agli elettori. Il retroscena

4 Mar 2019 14:11 - di Alberto Consoli

Continua la sagra dell’ipocrisia grillina sulla Tav. Un’ipocrisia mascherata da identità. Il M5S ormai sempre più contrario all’Alta velocità sarebbe tuttavia pronto a un no di bandiera in Aula, inutile, pur di non scontentare la pancia degli elettori; e per questo sarebbe pronto poi ad incassare una sconfitta annunciata in Aula. Il Movimento cinquestelle questo lo sa, prova a fare la voce grossa sulla Tav ma il suo no non potrà impedire l’avvio del’opera. La Lega li attende al varco. Il “dramma” per il M5S è tutto qui. Grillo ha cercato di scuotere dalla sua linea ondivaga Luigi Di Maio: «Prendi una decisione e tienila. Dobbiamo dire no con decisione alla Tav. Anche se non servisse a nulla».

Il retroscena

Un retroscena del Corriere della sera parla infatti di un dirigente grillino che ammette: «È una battaglia persa ma dobbiamo fare finta di combatterla, se vogliamo femare l’emorragia di voti». Del resto, i numeri del Parlamento parlano chiaro. Per bloccare la Tav bisognerebbe far approvare una legge di modifica del Trattato con la Francia e in quest’a missione impossibile il M5S sarebbe solo contro tutti. L’unica partita possibile, pertanto – è far credere agli elettori di non aver derogato sui principi. Fare finta che.

Che fine ha fatto la mini-Tav

Non perde di credito, nel frattempo,  l’idea che sotto traccia rispunti quel compromesso al ribasso che si chiama  mini-Tav: accordo a metà strada con la Lega per salvare il governo e parte dell’Alta Velocità, oltretutto evitando un mega-contenzioso molto oneroso per le casse dello Stato. A complicare le cose ai grillini è anche il ministro Tria, che si è detto  è favorevole alla Tav. Matteo Salvini ha buon gioco, butta la palla in corner. «Piena fiducia in Conte sulla Tav. Sono certo che troveremo una soluzione insieme. È un’opera importante, per noi va fatta come chiedono cittadini e imprese» dice il ministro dell’Interno e vicepremier. E il balletto continua.

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