Tav, dopo lo schiaffo di Macron Conte in ginocchio: «Incontro buono e proficuo»
«Problema italiano non ho tempo da perdere». Così Emmanuel Macron, con la consueta spocchia, aveva liquidato nella notte il dossier sulla Tav considerandolo un affare interno alle diatribe del governo Salvini-Di Maio. Un nuovo schiaffo a Roma, questa volta sulla patata bollente della Parigi-Lione dopo il rinvio voluto dal governo italiano e la partenza dei bandi che Conte preferisce chiamare “avvisi”. Parole irritanti, quelle dell’Eliseo, alle quali il premier italiano, come in altre occasioni, tenta di rimediare con un incontro a due con il presidente francese a margine del Consiglio europeo. Conte si è presentato all’incontro in un hotel dell’Ilot Sacré, in pieno centro di Bruxelles (dove alloggia anche la cancelliera Merkel), con la proposta-compromesso di riequlibrare e ridurre i costi per superare il muro No-Tav innalzato dall’analisi costi benefici commissionata dal governo italiano.
Conte minimizza lo schiaffo di Macron
Inutile dire che il premier ha definito «buono e proficuo» l’incontro bilaterale e ha minimizzato sulle sprezzanti parole di Macron che sarebbero frutto di un’incomprensione: «Mi ha spiegato che ovviamente, siccome ha visto che su questo le forze politiche in Italia sono su posizioni diametralmente opposte, vorrebbe evitare di lasciarsi coinvolgere in un dibattito politico interno. Era quello il senso della dichiarazione, per evitare la pressione che gli stavate trasmettendo». Sulla Parigi-Lion Conte annuncia soddisfatto di aver condiviso un metodo con l’inquilino dell’Eliseo: «Affideremo ai nostri ministri competenti, Danilo Toninelli e la ministra Elisabeth Borne, il compito di analizzare e condividere i risultati dell’analisi costi-benefici e su quella base aprire una discussione. È una discussione aperta». E come potrebbe non essere altrimenti?
Latitanti: superare la dottrina Mitterand
Non solo Tav. Con Macron, prosegue Conte, «abbiamo parlato anche dei latitanti che sono in Francia. Abbiamo condiviso il fatto che i nostri ministri della Giustizia su questo si incontreranno. Io gli ho chiesto di superare la dottrina Mitterrand». Anche sul terreno minato del terrorismo, secondo il premier, Macron avrebbe dimostrato apertura: «Comunque non abbiamo parlato di casi specifici: noi diamo direttive e indicazioni, ma lasciamo la competenza ai ministri della Giustizia».