Salvini su Rami: «È come se fosse mio figlio, ma la cittadinanza è una cosa seria»

25 Mar 2019 14:54 - di Redazione

“Ma lei non sa che cosa dico a mia figlia di 6 anni. Dico anche di peggio”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde all’inviato delle Iene che oggi ha fatto ‘un’incursione’ al Policlinico di Milano per chiedere conto al vicepremier delle sue dichiarazioni su Rami, il ragazzino ‘eroe’ dello scuolabus dirottato, e sullo Ius Soli (aveva detto, commentando le parole del ragazzo, “si faccia eleggere” se vuole cambiare la legge). E alla replica dell’inviato della trasmissione Mediaset, che ha osservato come Rami non fosse suo figlio sottolinea: “È come se lo fosse”.

«La cittadinanza arriva alla fine di un percorso»

Un botta e risposta accompagnato anche da un momento in cui ‘l’incursore’ delle Iene ha attaccato per un attimo un adesivo con la scritta ‘Io sono un bullo’ al ministro, il quale ha voluto chiarire il senso delle sue parole sullo Ius Soli. “Non vedo l’ora che tanti ragazzini compiano 18 anni per fare parte della nostra meravigliosa comunità – ha poi spiegato Salvini – La cittadinanza arriva alla fine di un percorso, è una cosa seria: si può dare per motivi eccezionali, io stesso ne ho firmate per motivi eccezionali, però la legge è questa e non si tocca”. E a chi lo incalza sulla possibilità che su questo tema si apra un margine di discussione con M5S, Salvini ribadisce: “L’Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze con la normativa vigente, quindi non si capisce la necessità di fare scorciatoie”.

«Rami da Fazio? Non guardo quella trasmissione=

Quanto alla partecipazione di Rami e del suo compagno Adam a ‘Che tempo che fa’, il vicepremier puntualizza: “La trasmissione di Fazio non la guardo a prescindere perchè mi dà fastidio che guadagni milioni di euro pagati dagli italiani. Conto di incontrare Ramy a telecamere spente”, ripete.

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