Salvini strizza l’occhio ai no-vax: prorogare l’autocertificazione nelle scuole

6 Mar 2019 15:39 - di Francesca De Ambra

Per un Beppe Grillo che abiura la teoria no-vax, c’è un Matteo Salvini che corre ad abbracciarla. A conferma che la politica non tollera spazi vuoti, neppure quando – come in questo caso – la materia del contendere riguarda i vaccini e la salute dei bambini. Ma procediamo con ordine: erano da poco passate le 13 quando il ministro rende pubblico il contenuto di una lettera da lui inviata alla collega della Salute, Giulia Grillo. Salvini le chiede un decreto per consentire la permanenza scolastica ai bambini non vaccinati delle scuole di infanzia (0-6 anni).

Salvini al ministro grillino della Salute: subito un decreto

«L’intento del procedimento – scrive il responsabile del Viminale – è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell’infanzia, evitandone l’allontanamento e la decadenza dalle liste scolastiche, essendo ormai giunti alla conclusione dell’anno». Per Salvini è quindi necessario «prevedere il differimento degli obblighi in scadenza al 10 marzo contenuti nella legge Lorenzin». In pratica, l’intento di Salvini è prorogare gli effetti dell’autocertificazione oltre il 10 marzo, rinviando ancora una volta gli adempimenti degli obblighi vaccinali, cioè la presentazione ai dirigenti scolastici da parte dei genitori della prova delle avvenute vaccinazioni, pena l’esclusione dei loro figli dalla frequenza.

Il virologo Burioni: «Pensare ai bambini a rischio»

La lettera di Salvini ha subito innescato l’effetto polemica. La prima ad  intervenire è proprio Beatrice Lorenzin, «Salvini – dice l’ex-ministro – pensi piuttosto a come garantire la sicurezza dei bambini immunodepressi che non possono andare a scuola e a come verrà garantita la salute per quei bambini che i genitori non vogliono vaccinare, mettendone a rischio la salute». «Per strizzare l’occhio ai no vax – rincara la dose a nome del Pd Simona Malpezzi – Salvini decide di mettere in pericolo la salute dei bambini. Ma un ministro che mette davanti il consenso alla salute pubblica non è un uomo delle istituzioni ma solo un uomo senza scrupoli».  Nella polemica s’infila anche Roberto Burioni, il più convinto sostenitore delle vaccinazioni: «E ai traumi dei bambini immunodepressi che i vaccini non li possono fare, e che se contagiati rischiano di morire, chi ci pensa?».

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