Salvini: «Dico sì alla cittadinanza a Ramy, è come un figlio». Domani al Viminale

26 Mar 2019 16:25 - di Alessandra Danieli

Salvini mette la parola fine al caso Ramy, l’eroe bambino di origini egiziane che ha evitato la tragedia dando l’allarme ai carabinieri dal pullman sequestrato e poi dato alle fiamme da un senegalese a San Donato Milanese. «Sì alla cittadinanza a Ramy perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superaree», ha detto il ministro dell’Interno che nei giorni scorsi aveva ribadito il no allo ius soli. Parole che soddisfano anche il vicepremier grillino Di Maio e il ministro Bonafede che si dicono felici di «aver convinto Salvini». Di Maio ricorda che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera proprio ai ministeri competenti per chiedere  di conferire la cittadinanza per meriti speciali al piccolo Ramy.

Incredulità e soddisfazione nella famiglia di Ramy per la notizia del via libera. «No non ne so ancora niente, se fosse così sarei contentissimo, e sarà contento anche mio figlio Ramy, che è qui con me, ha una faccia felice ed è contentissimo», ha detto il papà del ragazzo Khaled El Hamami (che domani accompagnerà il figlio all’incontro con Salvini) non appena appresa la notizia in diretta da un Giorno da Pecora. «Sono contento per lui, ha fatto una cosa grande per l’Italia e, per questo, gli viene riconosciuta una cittadinanza che merita. Mio figlio é un bravo ragazzo».

Sorpreso e contento anche Ramy: «Penso di meritare la cittadinanza italiana, ma questa notizia non me l’aspettavo. Oggi avevo in programma di andare a seguire una partita di calcio con i miei amici, festeggerò con loro, sono contento. Ringrazio Salvini e Di Maio», sono le prime parole del ragazzo alla notizia della cittadinanza italiano sbloccata dal ministro dell’Interno che ha invitato al Viminale 5 ragazzi della scuola Media Vailati e 12 carabinieri, che sono stati coinvolti nel dirottamento del bus, sulla strada Paullese nei pressi di San Donato Milanese I ragazzi che il ministro incontrerà, informa il Viminale, «sono: Adam, che dopo aver nascosto il telefonino al terrorista, è riuscito a chiamare i Carabinieri, fornendo indicazioni utili; Aurora, che, presa in ostaggio, manteneva la calma e il sangue freddo; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è offerto come ostaggio, dopo la richiesta del terrorista; Ramy che, anche lui sottraendo all’attenzione il telefonino, riusciva a chiamare i Carabinieri, fornendo ulteriori utili informazioni».

Commenti

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  • Mauro Collavini 27 Marzo 2019

    Giusti mpremiare i ragazzi ma sarebbe anche giusto togliere la cittadinanza al dirottatore e rispedirlo al proprio paese di origine a scontare la pena senza ritorno in Italia.

  • Lisetta 27 Marzo 2019

    Ha cercato di salvare la sua vita e di conseguenza quella degli altri. Un ragazzo coraggioso veto ma non comprendo per non aspettare i 18 anni per dargli la cittadinanza. Di persone coraggiose che ogni giorno cercano di mantenere onestamente la propria famiglia c’è ne sono tante italiani d straniere ma la legge é giusta. Prima dei 18 anni prima di vedere che percorsi ha fatto una persona, non trovo sia giusta dare la cittadinanza che deve essere un premio per onesta e integrazione

  • federico barbarossa 27 Marzo 2019

    E Riccardo come lo ringraziamo?