Pensioni, Durigon: «L’Europa ha taciuto sui debiti per la Fornero, ma straparla su quota 100»
Un po’ di chiarezza su conti e una strigliata all’Europa in tema di pensioni non guasta. Ci pensa Claudio Durigon, il sottosegretario al lavoro della Lega in un’intervista ad Affaritaliani.it. «Con quota cento pensioni e reddito di citadinanza siamo di fronte a una operazione che costa 22 miliardi in tre anni, ma il governo di sinistra, quei soggetti che erano al potere e che hanno fallito, per gli 80 euro, in tre anni, hanno speso 30 mld e per le salvaguardie della Fornero, fino a oggi, 14 miliardi»: fa i conti giusti Durigon e mette un po’ di chiarezza nella propaganda contro quota 100, che vede in prima fila i fuochi incrociati delle opposizioni e soprattutto della Ue. Quota 100 è sempre messa nel mirino ogni volta che da Bruxelles bacchettano l’Italia sulla mancata copertura della legge di bilancio. In precedenza, evidentemente i burocrati di Bruxelles si erano distratti. «Dov’era l’Europa a quel punto, non era debito quello?», tuona Durigon. «O forse l’immigrazione era il pagamento del debito?», si domanda.
Quota 100: «Gli italiani non si sono fatti influenzare»
Il sottosegretario si toglie qualche sassolino dalla scarpa, rilevando che «dopo l’ok al provvedimento, «non si sente più parlare di quota cento: ora stanno tutti zitti, questo perché, in un solo mese, sono già arrivate 75mila domande». Vuol dire che ce n’era bisogno e che dalle “gabbie” della legge Fornero molti si sono sentiti “liberati”, in grado di poter decidere tra un’opzione e un riforma-capestro. Durigon stigmatizza che «c’è stata una comunicazione devastante su questa norma, ma gli italiani sono andati al patronato e hanno aderito, senza dirlo alla moglie che andavano in pensione…».