La strage del Boeing, tutto in sei minuti. Etiopia e Cina lasciano a terra la flotta

11 Mar 2019 10:06 - di Stefania Campitelli

Sei. Sono i minuti trascorsi dal momento in cui il Boeing 737 Max-8 è decollato (alle 8,38 locale), diretto a Nairobi, a quando il pilota alle 8,44 chiede di rientrare parlando di problemi tecnici. Gli viene dato il via libera ma in altri 4 minuti l’aereo, con a bordo 157 passeggeri tra cui 8 italianu scompare dai radar. Lo schianto avviene a Bishoftu, una quarantina di chilometri da Addis Abeba, da dove era partito.

A bordo del volo ET 302 della Ethiopian Airlines, c’erano persone di ogni nazionalità: oltre ai nostri 8 connazionali, sette britannici, sette francesi, 18 canadesi, 32 kenioti, 9 etiopi, otto statunitensi e otto cittadini cinesi. Tra i cittadini italiani deceduti tre volontari della Africa Tremila Onlus di Bergamo, il presidente Carlo Spini, la moglie Gabriella e il tesoriere Matteo Ravasio, l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, l’archeologo Sebastiano Tusa, due funzionarie Onu, Maria Pilar Buzzetti e Virginia Chimenti, Paolo Dieci, presidente del Cisp, Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, e Rosemary Mumby.

A bordo 19 dipendenti dell’Onu

Sono almeno 19 i dipendenti delle Nazioni Unite, o di organizzazioni affiliate all’Onu, rimasti vittime nella tragedia aerea di ieri in Etiopia, rende noto l’organizzazione. La rotta fra Addis Abeba e Nairobi viene definita “shuttle dell’Onu” per via della frequenza con cui viene usata dalle organizzazioni internazionali.  Il Ceo della compagnia aerea fa sapere che quell’aereo «aveva effettuato una sosta di oltre tre ore a terra dopo essere arrivato dal Sudafrica è arrivato senza problemi ed è stato fatto ripartire senza problemi». Ma il pilota del volo della strage si era accorto che il velivolo aveva un problema ed aveva chiesto ed ottenuto dai controllori di volo dell’aeroporto di Addis Abeba di tornare a terra con un atterraggio di emergenza, ha riferito ancora Gebremariam. Sia il comandante – Yared Mulugeta, nato in Etiopia ma di cittadinanza keniota, che aveva anzianità professionale e conduceva lo stesso aereo dal novembre del 2007 – che il secondo pilota, Ahmednur Mohamednur, avevano una grande esperienza, ha sottolineato il Ceo, facendo presente come il Boeing 737 Max-8 avesse passato l’ultimo controllo di routine di manutenzione il 4 febbraio scorso.

Etiopia e Cina lasciano a terra i boeing

Etiopia e Cina hanno deciso di lasciare a terra la loro flotta di Boeing 737 MAX in attesa dell’esito dell’inchiesta sulle cause della tragedia aerea di domenica. La decisione sulle linee aeree etiopi annunciata questa mattina è una «precauzione di sicurezza in più», precisa in un comunicato Ethiopian Airlines. «Anche se non conosciamo ancora la causa dell’incidente, abbiamo dovuto decidere di lasciare a terra questi aerei come misura di sicurezza in più». La stessa decisione è stata annunciata dall’Autorità per l’aviazione civile in Cina (CAAC). Boeing 737 MAX sono in servizio di Air China, China Eastern Airlines e China Southern Airlines.

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