Il sogno di Vauro è sempre lo stesso: «Uccidere un fascista non è reato»

8 Mar 2019 18:13 - di Ignazio La Russa
Il sogno di Vauro lo si capisce dalla sua ultima vignetta su Salvini nella quale il leader della Lega, confondendo pistola e  telefono, si suicida con un colpo in testa anziché farsi un selfie. I sogni di Vauro lo riportano come spesso avviene, ai pensieri della sua giovinezza quando era lecito scrivere “uccidere un fascista non è reato” e quando si poteva impunemente solidarizzare (vero Vauro?) con i carnefici dei fratelli Mattei bruciati vivi.  Ma siccome Salvini comunque fascista non è, il sogno prevede che sia lui stesso a togliere il disturbo. Ma si tratta di satira dirà qualcuno e Vauro contento annuirà. Provate a dire più semplicemente (con disegnino allegato) che Vauro lo prendereste magari a pedate nel sedere e scoprireste subito che la satira vale solo se colpisce chi è di destra o almeno antipatico a Vauro e compagni. Altrimenti è chiaro sintomo di bieco squadrismo o, peggio, attentato alla costituzione antifascista. Non fatelo. Vauro  ci sguazzerebbe per mesi.

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