Fogli-Corona, non bastano le lacrime della Marcuzzi: scontro frontale all’Isola dei famosi
Ancora polemiche roventi sulla puntata dell‘Isola dei Famosi in cui Fabrizio Corona ha dato del cornuto a Riccardo Fogli. Malgrado le scuse in diretta di Alessia Marcuzzi, e quelle dell’ex fotografo dei vip, ogni giorno si aggiunge una puntata alla telenovela sul video mandato in onda due lunedì fa nel quale Corona “informava” l’ex dei Pooh del tradimento della moglie. Nel mirino è finito anche Gabriele Parpiglia, uno degli autori del reality, per la sua amicizia con Corona, che in una story su Instagram, poi cancellata, dei non essere stato mandato via ma di essersi dimesso.
Isola dei famosi, muro contro muro
Già la scorsa settimana il giornalista si era auto-assolto dalla responsabilità del servizio con il quale il reality condotto dalla Marcuzzi ha toccato uno dei suoi punti più bassi: «Quel filmato è stato visionato da chi aveva un ruolo di grado più alto rispetto me. E ovviamente io non ho alcun potere di decidere che cosa mandare in onda o meno. Detto ciò al momento ci stiamo chiarendo tra le parti», scriveva su Instagram senza fare nomi. Nelle ore successive alla messa in onda dello scontro Corona-Fogli, si era saputo dell’uscita dall’Isola dei famosi del capoprogetto Cristiana Farina e altri autori, tra i quali lo stesso Parpiglia. Ma con un nuovo post il giornalista di Chi ha chiarito di essersi dimesso spontaneamente e di non essere stato cacciato: «Ultima volta che parlo dell’Isola dei Famosi. Mentre tutto il mondo scriveva stronzate io e ripeto io (non posso essere smentito) mi ero già dimesso serenamente, con tanto di documenti ufficiali».
Parpiglia: “Non sono un santo, però…”
Con un altro lunghissimo post il giornalista e autore dell’Isola dei Famosi chiarisce: «Non sono un Santo, ma so di essere un lavoratore, so di essere serio, so di non essere un eroe anzi perdo facilmente. Però mi rivolgo a chi mi segue da tempo: io sono ciò che “scrivo”. Con mille paure, con mille debolezze, con mille fratture interne. Certezze? Poche. Una però non me la toglierà mai nessuno. Io so fare il mio lavoro. E di certo non vado a sbattere perché io, io, so fare il mio lavoro e soprattutto so dire di No. Quello che è successo, per un attimo, l’ho voluto vedere dall’esterno. Ho visto un odio spaventoso, ho visto un modo di godere allucinante. Si, ho letto goduria nel sapere che in molti erano fermi lì, pronti a stappare, sparare, scrivere, sorridere perché poteva accadermi qualcosa. Brutto, ma vero. Ps: alla fine mi sono auto-eliminato, cazzo. Potevo vincere».