“Emanuela Orlandi è sepolta in Vaticano”. La famiglia indica una nuova pista
“Pura leggenda”. La richiesta al Vaticano da parte dei familiari di Emanuela Orlandi di fare luce su una tomba al cimitero teutonico all’interno delle mura vaticane perché potrebbe custodire i resti della figlia del commesso vaticano di cui si sono perse le tracce dal giugno 1983, viene bollata in questi termini da monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica. Per monsignor Girotti «siamo alla pura leggenda che a questo punto diventa anche stucchevole. Certamente non credibile. Capisco il desiderio dei famigliari di Emanuela di tenere accesi i riflettori su un caso che sconvolge ancora e che ha suscitato scandalo, ma mi pare evidente che si stiano arrampicando sugli specchi”.
“Emanuela Orlandi in Vaticano? Una bufala”
I familiari di Emanuela Orlandi hanno sempre denunciato “opacità” e “poca trasparenza” da parte del Vaticano sulla vicenda. Ritiene che tocchino un tasto giusto e che la loro insistenza possa essere determinata da tutto questo? “Io penso che siamo in presenza di una bufala – dice mons. Girotti – Io non direi che c’è stata poca trasparenza. Tutto quello che poteva essere fatto è stato fatto. Trovo davvero stucchevole l’insistenza della famiglia Orlandi”.
Monsignor Girotti: “Una pista fasulla. Finirà come le ossa della Nunziatura”
“Già si era sollevato un polverone con le ossa ritrovate a villa Giorgina nella sede della nunziatura. E poi si è visto l’esito. Ora si tira in ballo il cimitero teutonico. Credo che percorrere una strada di fantasia che non ha fondamento sia una cosa grave. La Santa Sede ha fatto tutto quello che si poteva fare. Il caso è chiuso”, conclude Girotti, che quando la magistratura cercava i resti di Emanuela a Sant’Apollinare disse che non li avrebbe trovati. La Orlandi e Mirella Gregori sono sparite a distanza di un mese dall’altra e di entrambe si sono perse le tracce. È molto probabile che la mano sia stata la stessa.
Il Vaticano conferma: “Ci hanno chiesto di fare ricerche nel cimitero teutonico”
“Posso confermare che la lettera della famiglia di Emanuela Orlandi è stata ricevuta dal cardinale Pietro Parolin e che verranno ora studiate le richieste rivolte nella lettera”. Lo ha dichiarato Alessandro Gisotti, direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, rispondendo alle domande dei giornalisti.
Una pista degna di Dan Brown
L’estate scorsa una lettera con allegata la foto di una tomba è stata recapitata all’avvocatessa Laura Sgrò che assiste la famiglia Orlandi: “Cercate dove indica l’angelo”. Nel cimitero teutonico, campo santo custodito all’interno delle Mura vaticane, c’è la statua di un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino “Requiescat in pace”, “Riposa in pace”. Una pista criptica degna di un romanzo di Dan Brown. A quel punto sono state avviate indagini difensive effettuando verifiche sullo stato dei luoghi e si è scoperto che la tomba è stata aperta almeno una volta e che la datazione della statua è diversa da quella della lastra. Ma si è soprattutto “verificato che alcune persone erano state informate della possibilità che i resti di Emanuela Orlandi fossero stati nascosti nel cimitero teutonico”. Da qui l’istanza alle autorità vaticane di aprire la tomba.