Election day: il 26 maggio le europee e le amministrative. I Comuni chiamati al voto

21 Mar 2019 12:01 - di Massimo Baiocchi

Via libera dell’esecutivo all’election day per le elezioni europee e amministrative. Il Consiglio dei ministri «ha individuato nel prossimo 26 maggio la data per lo svolgimento delle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia. Il Governo proporrà pertanto tale data al Presidente della Repubblica, che indirà con proprio decreto i comizi elettorali. Contestualmente – si legge sul sito del governo – si è comunicato che nella medesima data si svolgeranno le consultazioni per l’elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, nonché per l’elezione dei consigli circoscrizionali da tenersi nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno. Il successivo eventuale turno di ballottaggio avrà luogo il 9 giugno 2019».

Election day, dove si vota
per le amministrative

Per le Europee urne aperte in tutt’Italia. Quasi la metà dei Comuni andrà invece al voto per le amministrative. Manca ancora l’ufficialità, ma molto probabilmente per le amministrative si va verso l”election day’ del 26 maggio con le elezioni europee. Saranno oltre 3.800 i Comuni chiamati alle urne, per un totale di circa 17 milioni di elettori, più o meno un terzo dell’intera popolazione. Un test importante, quindi, che riguarderà molti capoluoghi di Provincia: Bari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza, Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Forlì, Cesena, Cremona, Ferrara, Foggia, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Urbino, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Verbania e Vercelli, Vibo Valentia. Al voto anche Caltanissetta ma in Sicilia per le comunali si andrà alle urne il 28 aprile per il primo turno.

Il 20 città maggiori gli uscenti
sono di centrosinistra (e rischiano)

In ben 20 delle città maggiori chiamate alla sfida elettorale, le giunte in scadenza di mandato sono di centrosinistra. Si tratta delle amministrazioni guidate dai sindaci uscenti di Bari, Antonio Decaro, di Firenze, Dario Nardella, di Bergamo Giorgio Gori, di Campobasso Antonio Battista, di Biella Marco Cavicchioli, di Caltanissetta Giovanni Ruvolo, di Forlì Davide Drei, di Cesena Paolo Lucchi, di Cremona Gianluca Galimberti, di Ferrara Tiziano Tagliani, di Foggia Franco Landella, di Modena Gian Carlo Muzzarelli, di Pavia Massimo Depaoli, di Pesaro Matteo Ricci, di Pescara Marco Alessandrini, di Prato Matteo Biffoni, di Reggio Emilia Luca Vecchi, di Sassari Nicola Sanna, di Verbania Silvia Marchionini e di Vercelli Maura Forte.

I capoluoghi al voto con giunte uscenti di centrodestra sono quelle di Perugia del sindaco Andrea Romizi, di Potenza del primo cittadino uscente Dario De Luca, di Ascoli Piceno del sindaco uscente Guido Castelli e Urbino del sindaco uscente Maurizio Gambini. In una città, Livorno, il sindaco uscente, Filippo Nogarin, è del Movimento 5 Stelle. In amministrazione straordinaria Rovigo, Avellino, Lecce e Vibo Valentia. Con la tornata elettorale di primavera saranno eletti 43.974 consiglieri e in seguito nominati circa 11.352 assessori.

I Comuni divisi
per abitanti

Tredici dei Comuni che andranno al voto in primavera superano i 100.000 abitanti (Bari, Bergamo, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì-Cesena, Livorno, Modena, Perugia, Pescara, Prato, Reggio Emilia e Sassari). Saranno invece 198 i Comuni alle urne con popolazione sopra ai 15.000 abitanti per i quali è previsto il sistema elettorale maggioritario a doppio turno. Chiamati a votare per la prima volta 21 Comuni ‘neonati’ perché appena istituiti attraverso processi di fusione amministrativa. La maggior parte di questi, ossia sette, sono in Piemonte, quattro in Lombardia, tre rispettivamente in Veneto ed Emilia Romagna, uno per ognuna delle seguenti regioni: Toscana, Trentino Alto Adige, Marche e Calabria.

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