Di Maio vuole spedire Di Battista in Europa ma lui rifiuta e minaccia di non fare campagna elettorale
Dopo la lite, le lacrime e lo strappo di Alessandro Di Battista con Luigi Di Maio, lo psicodramma grillino vive un’altra tappa: l’offerta indecente a Dibba, un posto in Europa per non disturbare il vicepremier manovratore. A un mese esatto dal suo ultimo post su Facebook. del 13 febbraio scorso, qualche pezzo grosso del Movimento Cinque Stelle starebbe tentando di convincerlo a candidarsi per le europee: la famiglia della compagna Sarah, a Parigi – un’ora scarsa da Bruxelles – è un’altra variabile da mettere sul piatto. Luigi Di Maio – è il ragionamento di chi vorrebbe Di Battista schierato in prima linea – potrebbe indicarlo come capolista, una scelta che compete al capo politico del Movimento. O addirittura, azzarda qualcuno, tributargli un posto a capo di tutte e 5 le circoscrizioni previste per le europee, anche se questo vorrebbe dire far saltare un altro dogma del M5S: quella per cui ci si candida solo nella propria circoscrizione di riferimento. Di Battista, però, avrebbe opposto, al momento, un netto rifiuto e sarebbe così offeso da minacciare di non fare campagna elettorale alle Europee, prolungando il suo silenzio.
I due, assicurano, dovrebbero vedersi presto, prestissimo, “questione di ore”. Ma il silenzio di Di Battista ormai è diventato argomento di discussione tra gli stessi eletti, a Roma come a Bruxelles. Girano voci contrastanti, i rumors più disparati sul suo futuro all’interno del Movimento. Appare così sibillino il tweet postato nelle ultime ore dal padre Vittorio: “Proverbio romanesco. Vale ppiù la bbona riputazione che tutto er potere der monno”.