Corinaldo, le perizie: gravi irregolarità nelle uscite della discoteca Lanterna Azzurra

5 Mar 2019 16:36 - di Redazione
Corinaldo, tragedia alla discoteca Lanterna Azzurra: 6 morti per la calca provocata da uno spray urticante

Irregolarità nelle uscite e nella balaustra e altre gravi deficienze negli impianti  sono emerse nell’inchiesta che la Procura di Ancona sta portando avanti nell’ambito della strage avvenuta ormai quasi tre mesi fa nella discoteca anconetana “Lanterna Azzurra” di Corinaldo dove hanno perso la vita, schiacciati dalla folla in fuga, sei persone, una mamma e cinque giovanissimi: Emma Fabini, studentessa di 14 anni, Asia Nasoni, 14enne promessa della ginnastica, Benedetta Vitali, 15 anni di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, Daniele Pongetti, 16enne di Senigallia, ed Eleonora Girolimini, la mamma 39enne di quattro figli che quella notte accompagnava insieme al marito una delle figlie al concerto.

E’ l’avvocato Luca Pancotti, legale della famiglia di Emma Fabini, la 14enne studentessa di Senigallia che, insieme ad Asia Nasoni, è la vittima più giovane delle sei che hanno trovato la morte nella strage della “Lanterna Azzurra” a rivelare la novità: «Sarà la Procura a valutare se ciò che è accaduto è dovuto alla mera fase esecutiva di quella sera o a carenze strutturali che quindi andavano controllate».

«La nostra percezione – dice il legale – è di indagini molto ampie, a 360 gradi. Dopo il deposito delle relazioni dei periti, attendiamo e vedremo le determinazioni della Procura nei confronti di quei soggetti indagati e di altri eventuali ulteriori soggetti. Le risultanze delle perizie sembrerebbero orientare a un ampliamento delle indagini».

Pancotti prova a spiegare qual’è lo stato d’animo delle famiglie delle vittime della strage nella discoteca anconetana “Lanterna Azzurra” di Corinaldo di fronte ai «tempi» e «alla complessità delle indagini»: «La Procura sta lavorando in maniera solerte, le indagini sono state avviate su un quadro completo, dopodiché non va dimenticato che siamo in presenza di famiglie che hanno perso figli di 14 anni, non c’è niente di più atroce e le loro angosce, i loro dubbi, sono da condividere dal punto di vista umano. Nessuno – dice l’avvocato – getta la croce addosso agli inquirenti, ma va rispettato il dolore di famiglie distrutte per le quali anche avere indietro un anellino o una maglietta potrebbe essere di conforto. E’ normale che inizino a mostrare ansia, dal punto di vista umano è comprensibile e condivisibile».

Sono molti gli interrogativi sui quali i magistrati hanno lavorato in questi mesi.
C’era più gente del consentito nella “Lanterna Azzurra“? Quanti biglietti sono stati venduti e staccati? Perché i giovani si sono indirizzati in massa dall’uscita in corrispondenza della balaustra poi crollata? Perché a notte fonda, nonostante la serata fosse destinata a un pubblico di adolescenti, il concerto di Sfera Ebbasta non era ancora iniziato? E davvero il rapper sarebbe venuto?

«Siamo in attesa dell’esito delle consulenze di ufficio e del deposito della documentazione del Ris sulle eventuali sostanze presenti nel locale – dice l‘avvocato Federica Ferro, legale di Paolo, il marito di Eleonora Girolimini, la mamma di 39 anni morta nella calca della discoteca “Lanterna azzurra” – Ci aspettiamo che la Procura ampli il panorama degli indagati». Che, ad oggi, sono dieci.

Il primo ad essere indagato è stato un 17enne indicato da tre ragazzi, presenti alla serata di Sfera Ebasta come il giovane che avrebbe spruzzato, nella discoteca Lanterna Azzurra, piena all’inverosimile di giovani e giovanissimi, una bomboletta spray che avrebbe provocato il fuggi fuggi all’origine della strage.
Il ragazzo viene chiamato in causa «in modo generico». E, quindi , la sua iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito delle indagini per le vittime di Corinaldo, precisano gli inquirenti, «è un atto dovuto» e a sua «garanzia».
Dopodiché è toccato ad altre sette persone finire nel registro degli indagati: i quattro proprietari dell’immobile e i tre soci, di cui uno anche amministratore della società.
Gli inquirenti procedono per tre ipotesi di reato, omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose. Nei giorni successivi si aggiunge l’iscrizione di un dj e di un addetto alla sicurezza. Gli indagati nell’ambito delle indagini salgono così a dieci.

E’ la notte fra il 7 e l’8 dicembre quando oltre un migliaio di giovani e giovanissimi, alcuni accompagnati dai genitori, è in attesa, all’interno della “Lanterna Azzurra” che potrebbe contenere non più di 731 persone, del rapper Sfera Ebasta. I numeri tuttora non sono chiari: secondo i legali lì dentro c’era 1.600 persone, la quasi totalità giovani, laddove la capienza del locale era, appunto, di 731 e i biglietti stampati e consegnati ai pr per essere venduti sarebbero stati circa 6.000.

Le ore passano, ma il tarda ad arrivare. C’è chi dice che sia in un’altra discoteca, una cinquantina di chilometri più a nord. Il sospetto è che gli organizzatori abbiano creato ad arte l’evento di Corinaldo dove Sfera Ebbasta dovrebbe fare un veloce passaggio più che un concerto. Ma il rapper a Corinaldo non ci arriverà mai. Perché, nel frattempo, nella “Lanterna Azzurra” si scatena il panico. E la nottata di un migliaio di giovani, alcuni addirittura bambini, si trasforma in incubo.

L’ipotesi è che qualcuno abbia spruzzato in mezzo alla folla di ragazzi e ragazzini uno spray urticante provocando la fuga disordinata verso l’esterno.
In tanti escono dall’uscita sul retro ammassandosi. La balaustra ai lati di un ponticello crolla. I giovani cadono uno sull’altro schiacciando e soffocando quelli sottostanti. I vigili del fuoco lavorano per ore. Alla fine si contano sei vittime, cinque ragazzini e una mamma.

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