Cina, domani Conte al Senato. Ma non tutto fila liscio: il Memorandum al vaglio «riga per riga»

18 Mar 2019 15:53 - di Luciana Delli Colli

È una giornata di attesa politica la vigilia delle comunicazioni di Giuseppe Conte al Senato sul Memorandum sulla Via della seta. Il premier riferirà domani al Senato e l’argomento, che tanto ha animato il dibattito nei giorni scorsi, resta in secondo piano rispetto agli altri temi dell’agenda politica, proposte fiscali in testa. Matteo Salvini ha ribadito quello che va dicendo da tempo sui paletti alla Cina: «Il Memorandum è solo un quadro, per questo stiamo leggendo riga per riga. Se ci sono possibilità per la nostra economia va bene, l’unico vincolo che mettiamo è quello della sicurezza nazionale, il controllo dei dati dei telefonini, i dati sanitari, l’energia, l’importante è che il controllo resti nelle mani di italiani». Insomma, si aspettano le parole di Conte per poi rispondere colpo colpo o, se si preferisce, «riga su riga».

«Sul Memorandum allineati al 100%»

Il premier intanto, dopo aver ribadito il favore suo (e del M5S) all’accordo, tace, mentre a gettare acqua sul fuoco ci pensa il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci, nominato in quota Lega, ma con un passato professionale in Cina, dove ha insegnato finanza in tre diverse università. «Siamo al 100% allineati su tutto il dossier», ha detto a margine del forum Italia-Cina per il lancio della Xian International Fashion Town, rassicurando anche sul tema della sicurezza. Proprio l’appuntamento per la Xian International Fashion Town è stato l’occasione che ha consentito a una serie di operatori economici italiani di primo piano di sottolineare l’importanza delle relazioni commerciali Italia-Cina, a partire dal presidente della Camera della Moda, Carlo Capasa, per il quale «la Cina è un’opportunità, più crescono più apprezzano la qualità dei nostri prodotti e dei nostri brand».

Il pressing su Conte

Benché di attesa, dunque, la giornata non è neutra rispetto alla Via della Seta. Anche perché per l’Europa, a Bruxelles, si aggirava il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, impegnato negli incontri sul dialogo strategico Ue-Cina e a preparare la prossima visita del presidente Xi Jinping, che il 21 sarà in Italia e resterà nel vecchio continente fino al 26, facendo tappa anche in Francia e nel Principato di Monaco. «La scelta indica l’importanza che la Cina dà all’Europa: l’Italia e la Francia sono importanti membri dell’Ue e questa visita quindi sarà anche il momento di picco nelle relazioni tra Ue e Cina», ha detto Yi, facendo riferimento al tour di Jinping e lanciando un messaggio abbastanza chiaro: in caso qualcosa vada storto, Pechino è già pronta a sostituire Roma con Parigi. Il pressing su Conte, insomma, si fa pesante. E domani si capirà se il premier – e chi per lui – considera più strategica l’alleanza con Salvini o quella con Jinping.

 

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