Anche Papa Francesco “striglia” la Raggi: Roma ha bisogno di cure per uscire dal degrado (video)

26 Mar 2019 13:52 - di Elsa Corsini

Storica visita di papa Francesco in Campidoglio con Virginia Raggi in cerca di una benedizione nel periodo più delicato e critico del suo mandato. «Era tanto tempo che lo desideravo», ha detto il pontefice, ricambiato dalla sindaca, tailleurs nero e fascia tricolore, che lo ha ringraziato per la straordinaria attenzione rivolta alla Capitale, «che ci onora».

Prima del colloquio privato con la sindaca (ha anche incontrato i suoi famigliari, marito e figlio) papa Bergoglio non si è sottratto al rito del balcone affacciandosi dallo studio della prima cittadina con vista sui Fori romani, salutando i presenti. Foto opportunity, poi il lungo e atteso intervento nell’aula Giulio Cesare, davanti alla giunta capitolina e ai consiglieri comunale, durante il quale papa Francesco ha invitato a non sciupare i tesori millenari di Roma puntando l’indice sulla necessità di una rinascita morale e chiedendo sforzi e cure per combattere il degrado. Riferimenti non espliciti ma piuttosto chiari allo stato in cui versa la Capitale e allo tsunami giudiziario che si è abbattuto sulla città.

Papa Francesco: Roma non si degradi

Umiltà e coraggio: sono queste le due doti necessarie per governare bene Roma ed evitarne il degrado, ha sottolineato il pontefice. «La Città Eterna è come un enorme scrigno di tesori spirituali, storici, artistici e istituzionali e nel medesimo tempo è il luogo abitato da circa tre milioni di persone che qui lavorano, studiano, pregano, si incontrano e portano avanti la loro storia personale e familiare e che sono nel loro insieme l’onore e la fatica di ogni amministratore, di chiunque si impegni per il bene comune della città». Roma, ha detto ancora papa Francesco, «è un organismo delicato, che necessita di cura umile e assidua e di coraggio creativo per mantenersi ordinato e vivibile, perché tanto splendore non si degradi, ma al cumulo delle glorie passate si possa aggiungere il contributo delle nuove generazioni, il loro specifico genio, le loro iniziative, i loro buoni progetti». Parole che arrivano dritte al cuore dei romano e che hanno il sapore di una paterna rampogna all’amministrazione.

Quindi si è concentrato su Roma come “città dei ponti” e non dei “muri”” auspicando dialogo, apertura e integrazione. «Roma, lungo i suoi quasi 2.800 anni di storia, ha saputo accogliere e integrare diverse popolazioni e persone provenienti da ogni parte del mondo, appartenenti alle più varie categorie sociali ed economiche, senza annullarne le legittime differenze, senza umiliare o schiacciare le rispettive peculiari caratteristiche e identità!».  Questa città ha accolto studenti e pellegrini, turisti, profughi e migranti provenienti da ogni regione d’Italia e da tanti Paesi del mondo – ha aggiunto – è diventata polo d’attrazione e cerniera tra il nord continentale e il mondo mediterraneo.

L’estrema unzione alla Giunta capitolina?

Al termine, dopo la benedizione e l’affidamento alla patrona la “Salus Populi romani”, la Raggi annuncia l’istituzione di una borsa di studio e l’intitolazione della Sala della Piccola Protomoteca alla  “Laudato si’ , l’enciclica “verde” di Papa Francesco. Quindi lo scambio dei doni: da parte del Papa c’è un mosaico che riproduce il Colosseo e le medaglie del pontificato. C’è anche chi sui social ironizza sulla visita papale, “scusate, non vorrei essere blasfemo, ma Papa Francesco è andato in Campidoglio per dare l’estrema unzione alla Giunta?”. Oppure: “È bastata la visita di Bergoglio che la Raggi nei tg è diventata all’improvviso brava, alle prese con vecchi problemi, incolpevole degli ultimi accadimenti… Operazione maquillage, o cosa?”

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