8 Marzo, “Repubblica” ricorda le partigiane. Perché non onora anche le ausiliarie della Rsi trucidate?
Nel giorno della Festa della donna, l’edizione on line de la Repubblica ripropone,un video di Francesca Del Rio, detta “Mimma”, una partigiana emiliana scomparsa nel 2008 all’età di 84 anni. «Nel dicembre del 1944 -racconta il quotidiano diretto da Carlo Verdelli -, appena diciannovenne e incinta, fu catturata dai nazifascisti, tenuta prigioniera e torturata ogni giorno per un mese intero. Riuscita a fuggire rocambolescamente, tornerà a combattere fino alla Liberazione. In questo video, registrato per il 60mo anniversario della Liberazione, Mimma racconta ad Annita Malavasi, anche lei partigiana, la sua storia, simile a quella di tante donne vittime della violenza».
La tragedia di tante ragazze dopo il 25 Aprile
Rievocare storiche tragedie per denunciare la violenza alle donne è indubbiamente in sintonia con lo spirito dell’8 Marzo. Ma allora, se il criterio è umano e non ideologico (come dovrebbe essere in questa giornata) , perché non ricordare anche le atrocità commesse ai danni di altre donne, le ausiliarie della Rsi trucidate dopo il 25 Aprile? E si tratta di vicende, orribili, di ragazze torturate, oltrattaggiate, messe orribilmente alla gogna prima di essere barbaramente uccise. Forse che non erano anch’esse donne, forse che non meritavano anch’esse rispetto, forse che non dovevano anch’esse essere ricordate? Anche racconatre la loro storia è ammonimento per il futuro, ammonimento a non concepire mai, in qualsiasi forma e per qualsiasi ragione, l’idea di violaare la vita e la dignitù delle donne. Per la Repubblica su tratta di un’ccasione persa. Le intolleranze ideologiche appartengono al passato, ma agiscono ancora come perversi effetti pavoviani.
Chiedo solo una cosa: perchè quando affrontate qs argomenti allegate quasi sempre delle foto “sbagliate”?? Possibile che in redazione non abbiate nemmeno una persona capace di trovare delle immagini che corrispondano all’argomento?? Le foto che corredano l’articolo sono più che conosciute e riguardano ragazze francesi considerate collaborazioniste, non ausiliarie della RSI
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