Stefano, sgozzato nel centro di Torino senza motivo: è caccia al killer coi capelli rasta
C’è l’identikit del killer che sabato alle 11 di mattina, a Torino, ha sgozzato un giovane incensurato di 34 anni, che si stava recando al lavoro. I carabinieri stanno dando la caccia a un giovane con i capelli rasta, ma altri elementi non vengono forniti. L’aggressore non ha colpito a scopo di rapina, perché addosso alla vittima, Stefano Leo, originario di Biella, sono stati ritrovati portafoglio e cellulare. L’ipotesi più accreditata è che l’assassino abbia colpito a caso, forse sotto gli effetti dell’alcol o della droga.
La vittima, Stefano Leo, una vita normale
L’assassino ha colpito nella zona di Lungo Po Cadorna, a pochi passi da museo della Sindone di Torino. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Leo, che lavorava come commesso in un negozio della zona, è stato aggredito intorno alle 11 di mattina all’inizio del viale pedonale di Lungo Po Machiavelli, dove viveva da pochi mesi. Lì il suo aggressore lo avrebbe colpito con un grosso coltello, da una posizione frontale. Stefano ha chiesto aiuto agonizzante a un ragazzo residente in zona che stava portando in giro il cane.
Il killer di Torino non ha agito per rapina
Le indagini dei militari sono iniziate fin da sabato mattina. Si lavora soprattutto sulle Cctv (le telecamere fisse) dei negozi e delle banche della zona. In particolare, a piazza Vittorio Veneto le immagini avrebbero ripreso in lontananza un uomo allontanarsi di corsa. E l’identikit fornito dall’Arma riferisce solo questi due dati: l’aggressore aveva i capelli rasta e un giubbotto con una scritta rossa. Secondo le prime ricostruzioni Stefano Leo, che era originario di Biella, incensurato e che lavorava da pochi mesi a Torino, non aveva motivo di essere bersaglio di qualcuno. Da qui l’ipotesi più agghiacciante. Che l’assassino abbia per motivi futili o che addirittura abbia colpito a caso, sotto gli effetti di qualche sostanza stupefacente.