Perfino il Papa bacchetta l’Anm: «I magistrati stiano lontani dalle correnti»
Fuori «favoritismi e correnti» dalla magistratura. Il Papa sferza l’Associazione nazionale magistrati, ricevuta in Vaticano in udienza privata in occasione dei 110 anni dalla fondazione. «In un contesto sociale nel quale sempre di più si percepisce come normale, senza alcuno scandalo, la ricerca dell’interesse individuale anche a scapito di quello collettivo», il Pontefice ha sottolineato che i magistrati sono chiamati «ad offrire un segno della dedizione disinteressata» per tenere lontani «favoritismi e correnti, che inquinano scelte, relazioni e nomine». E devono essere liberi «dalla ricerca di vantaggi personali», capaci di respingere pressioni, segnalazioni o sollecitazioni.
Il Papa esorta l’Anm sull’indipendenza della magistratura
Il Papa, quindi, ha esortato i vertici dell’Anm a vigilare «sull’importante prerogativa dell’indipendenza della magistratura», chiedendo, «nel prezioso compito di discernimento e di giudizio», di cercare «sempre di rispettare la dignità di ogni persona, senza discriminazioni e pregiudizi di sesso, di cultura, di ideologia, di razza, di religione». Ricordando che i magistrati sono «ben più che funzionari, ma modelli di fronte a tutta la cittadinanza e in particolare nei confronti dei più giovani», Bergoglio ha quindi auspicato che la giustizia «diventi sempre più inclusiva, attenta agli ultimi e alla loro integrazione». Il Pontefice, poi, rivolgendosi all’Anm, ha anche chiesto alla magistratura una maggiore assunzione di «responsabilità» davanti a una serie di vuoti legislativi. Bergoglio, in particolare, ha puntato il dito contro «vuoti legislativi in alcune importanti questioni, tra le quali quelle relative all’inizio e alla fine della vita, al diritto familiare e alla complessa realtà degli immigrati». «Queste criticità – ha sottolineato – richiedono al magistrato un’assunzione di responsabilità che va oltre le sue normali mansioni, ed esige che egli constati gli eventi e si pronunci su di essi con un’accuratezza ancora maggiore».
Senza giustizia, «tutta la vita sociale rimane inceppata»
Poi, ricordando che i magistrati incontrano «mille difficoltà» nel loro quotidiano servizio, ostacolato «dalla carenza di risorse»,«dalla crescente complessità delle situazioni giuridiche», «dal conflitto tra leggi diverse, antiche e recenti, nazionali e sovranazionali», il Papa ha sottolineato la necessità di riaffermare «il valore primario della giustizia, indispensabile per il corretto funzionamento di ogni ambito della vita». Senza il fondamentale punto di appoggio della giustizia, è stato il ragionamento di Bergoglio, «tutta la vita sociale rimane inceppata, come una porta che non può più aprirsi, o finisce per stridere e cigolare, in un movimento farraginoso. Tutte le energie positive presenti nel corpo sociale devono concorrere al conseguimento della giustizia, perché è il requisito principale per conseguire la pace».