Pakistan, tutti assolti i parenti di Sana. Uccisa perché voleva sposare un italiano
La notizia è di quelle che lasciano l’amaro in bocca. Il tribunale di Gujrat, nel Nord-Est del Pakistan, ha assolto tutti gli 11 parenti di Sana Cheema, imputati per l’omicidio della ragazza pakistana avvenuto il 18 aprile scorso prima di rientrare a Brescia, dove viveva. Secondo l’accusa i parenti l’avrebbero uccisa perché la ragazza, che aveva 26 anni, voleva sposare un italiano. Secondo i giudici non c’erano prove sufficienti per condannare i parenti, tra cui il padre, la madre e diversi altri familiari. I genitori hanno sempre sostenuto che la ragazza era morta in un incidente stradale. Di tutt’altro avviso gli amici bresciani, che sui social subito denunciarono l’evento della morte di Sana, sostenendo che la ragazza aveva pagato la sua voglia di essere libera, libera di scegliersi il compagno da lei amato anziché sottostare a un matrimonio imposto come voleva la sua famiglia. “Che vergogna! – ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini – Se questa è ‘giustizia islamica’ c’è da aver paura. Una preghiera per Sana. Scriverò al mio collega, il ministro dell’Interno pakistano, per esprimere il rammarico del popolo italiano”.