Marsilio: «Il centrodestra deve vincere in Abruzzo per ridare speranza alla gente»

9 Feb 2019 12:00 - di A. R.

Il significato politico di una campagna elettorale che ha visto scendere in campo i tre leader del centrodestra. Berlusconi, Meloni e Salvini, uniti in sostegno di Marco Marsilio in Abruzzo. Per un voto destinato a cambiare volto non soltanto alla Regione. Ed è proprio Marco Marsilio a spiegarlo.

La conferenza stampa di giovedì a Pescara di Berlusconi, Salvini e Meloni come va letta?
Credo che l’Abruzzo non sia stato scelto per caso. Da questa regione, il prossimo 10 febbraio, potrà arrivare la conferma che un centrodestra unito e inclusivo – così come accaduto all’Aquila con l’elezione a sindaco di Pierluigi Biondi, anche lui come me di Fratelli d’Italia – rappresenta l’unica coalizione con una vocazione maggioritaria e in grado di assicurare governi stabili a tutti i livelli.

L’Abruzzo che regione. Cosa pensa di poter fare come presidente della giunta regionale?
L’Abruzzo è una terra dove non manca niente: carattere, laboriosità, intelligenze, bellezze, tipicità. C’è solo bisogno di una maggioranza coesa – come lo è la coalizione di centrodestra che mi sostiene – che con sapienza e lungimiranza le valorizzi e le interfacci in termini di crescita e di sviluppo. Infrastrutture, sanità, lavoro – con un’attenzione particolare verso i giovani – difesa del territorio, riequilibrio territoriale, ricostruzione post sisma: sono, in una estrema sintesi, i nodi irrisolti dell’Abruzzo. Credo che una volta entrati a Palazzo Silone (ndr: sede della giunta regionale all’Aquila) si dovranno immediatamente porre le basi politiche e amministrative per affrontare questi nodi, potendo contare su un apparato amministrativo in grado di risolvere i problemi non di crearli; su una giunta regionale motivata e preparata; su un’Assemblea regionale, per la quale il bene dell’Abruzzo e dei suoi cittadini viene prima dell’appartenenza politica e dove il confronto democratico tra maggioranza e minoranza sia all’altezza delle aspettative della comunità che rappresenta.

Il centrosinistra come l’ha lasciata la Regione?
Come un Ente con troppe criticità. Il centrosinistra ha determinato sfiducia nei cittadini, non riuscendo a valorizzare le tante opportunità che questa terra offre, acuendo lo squilibrio territoriale tra le aree costiere e le zone interne. Una priorità da non sottovalutare sarà per me la razionalizzazione della macchina regionale, che va resa efficiente, snella e rapida nelle procedure amministrative. Parlando con le categorie produttive, con i sindaci, ma anche con i semplici cittadini, ho avuto la conferma che il problema dei problemi è proprio l’apparato burocratico, aggravato da una lentezza esasperante all’interno della filiera decisionale.

Cosa si sente di dire, a poche ore dal voto, agli abruzzesi?
Il mio obiettivo è la rinascita dell’Abruzzo, che deve tornare ad essere una regione di riferimento nel panorama nazionale e europeo. Nella rinascita, un ruolo determinante lo svolgono le giovani generazioni. Per loro vanno creati i giusti presupposti per rimanere in Abruzzo attraverso una politica di ricerca e di investimenti che attragga nuove e solide imprese. Anche le famiglie devono avere un ruolo di peso in questa rinascita, per questo vanno sostenute attraverso misure economiche significative, un welfare moderno ed efficace e una sanità di livello. Il centrodestra vuole un Abruzzo unico, unito, più forte e felice. Sarà possibile grazie alla fiducia che i cittadini ci daranno domenica votando per noi.

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