L’ex portavoce dell’Appendino si difende: «Non l’ho mai ricattata». 5Stelle nei guai

2 Feb 2019 15:08 - di Romana Fabiani

Tre inchieste e ipotesi di reato gravissimi. I guai giudiziari lievitano di ora in ora per il giornalista Luca Pasquaretta, 41 anni origini lucane, pirotecnico ex portavoce della sindaca Chiara Appendino, messo alla porta dalla sindaca di Torino dopo le prime indagini nel 2017, e in queste ore “licenziato” anche dal viceministro grillino all’Economia, Laura Castelli.

Scandalo a Torino, l’Appendino ricattata?

Sul collaboratore del governo, che ora dovrà trovarsi un nuovo lavoro e un nuovo legale (lo studio che lo difendeva si è rifiutato di prendere l’incarico) si allungano i sospetti di turbativa d’asta, traffico illecito di influenze e, ultimo non ultimo,  una estorsione ai danni del sindaco. Un ricatto? Una vendetta postuma? Su quali segreti? Quello è sicuro è che venerdi i carabinieri di Torino hanno notificato a Pasquaretta un avviso di garanzia e perquisito l’abitazione (sequestrandogi computer e cellulare). Ec he il caso giudiziario che vede coinvolto il pubblicista (che ha lavorato gratis nello staff della futura prima cittadina torinrese durante la campagna elettorale fino a diventarne il portavoce), è destinato a montare. Già su profilano risvolti pesanti sulla minaccia di rivelare indiscrezioni pesanti sulla Appendino, che dai magistrati è considerata parte lesa. L’ex portavoce, un autentico mastino pronto a tenere alla larga della sindaca rompiscatole e cronisti invadenti,  però si difende dietro lo scude scontato dell’errore giudiziario: «Non ho mai ricattato Chiara Appendino. È tutto un equivoco, che chiarirò nelle sedi opportune. Ho massimo rispetto e fiducia nel lavoro dei magistrati. Vorrei ricordare che siamo tutti innocenti fino a prova contraria». L’ex collaboratore della Appendino e del ministero dell’Economia ha alle spalle un passato di cronista sportivo, buttadentro o public relation man di locali e quindi addetto stampa della fiera dell’erotismo Torino Erotica. Nel suo curriculum anche collaborazioni con il gruppo Riffeser e il Messaggero. Su Pasquaretta pesa anche l’accusa di peculato, per una consulenza da 5mila euro fornita al Salone del Libro nel maggio del 2017. Ed è finito nei guai anche per l’installazione di un maxischermo al Parco Dora in occasione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, il 3 giugno 2017, in cui persero la vita due persone.

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