La “sensazionale” scoperta di un prof di sinistra: «Aiuto, esiste una cultura di destra»
Ci hanno beccato. Il prof. Raimo ci denuncia su facebook e presto il candido Fiano lancerà l’allarme in Parlamento, magari con un disegno di legge punitivo. Di che sto parlando? Dell’allarmata scoperta del predetto prof. Raimo della esistenza di una rete di editori “fascisti, neofascisti, di destra, sovranisti, nazionalisti, anarchici di destra, tradizionalisti, conservatori”. Il professore (che gli va dato merito, dice pane al pane) è molto preoccupato perché si è accorto che “i fascisti”, e più in genere i destrorsi non sono ignoranti, leggono, studiano, scrivono (che sapessimo almeno leggere forse lo sospettava già) e invita la sinistra, finora considerata unica depositaria della cultura attiva e passiva, a farlo meglio degli odiati nemici. A riprova della sua scoperta e per non essere smentito dai soloni dell’antifascismo, esibisce un esemplificativo elenco di editori “fascisti” o parafascisti: Altaforte, Eclettica, Il primato Nazionale, Aga, Ferrogallico, Bietti, Idrovolante, Passaggio al bosco, Giubilei…. (ma prima o poi scoprirà che ne mancano molti altri…).
Caro professore, vede, quel che mi meraviglia è … la sua meraviglia. Del ventennio si sa tutto, anche se spesso si tace sulla lunga lista di intellettuali italiani e stranieri che vi aderirono o ne furono attratti. Citerò solo Pirandello, D’Annunzio, Marconi, Ezra Pound e Celine. Nel dopoguerra, la sinistra ha cercato di convincerci che la cultura fosse “solo” di sinistra e che, nel versante opposto non ci fossero nemmeno semplici lettori, fatti salvi alcuni giornalisti o scrittori “sdoganati” a patto che mostrassero un certo distacco se non disprezzo, per la destra politica e ambissero ad essere coccolati dai detentori del potere culturale. Quello che evidentemente scombussola il prof. Raimo è scoprire che nell’album di famiglia dei suoi avversari trovi oltre a Pirandello, D’Annunzio, Marconi tra gli altri, Prezzolini e Papini, Evola, Veneziani, Pansa, Rauti, Junger, Heidegger, ma anche molte firme della narrativa contemporanea anche lontana dalla etichettatura di destra come, per fare dei nomi, Umberto Eco, il giapponese Murakami, P. Roth, Ammanniti e la stessa Ferrante. Con la eccezione dell’indigeribile antifascista di maniera Camilleri. Non cito, invece, i giovani autori impegnati non a sinistra perché, elencati da me, sarebbero ancora di più bollati col marchio di infamia. A loro non perdonano di saper pensare fuori dal coro, incuranti del politically correct, con l’unico parametro della effettiva qualità che sanno mettere nel loro lavoro nonostante tutto e spesso contro tutto.