In tanti al corteo Cgil-Cisl-Uil per il lavoro. Landini: «Così il governo va a sbattere»

9 Feb 2019 10:26 - di Stefania Campitelli

Lavoro e investimenti  per n0n morire di poverta. È piena piazza della Repubblica a Roma dove è partito il corteo unitario promosso da Cgil Cisl e Uil per chiedere al governo Salvini-Di Maio una nuova politica economica fatta di investimenti e lavoro. Palloni colorati, cartelli, striscioni e musica scandiscono l’attesa per l’avvio del serpentone colorato che sfilerà fino a Piazza San Giovanni. Ad aprire e la manifestazione lo striscione che intona tutta la manifestazione: “Futuro al lavoro”. A sfilare con i sindacati anche una delegazione di imprenditori, fra cui quelli di Confindustria Romagna spinti alla protesta dopo la decisione del governo di bloccare le trivellazioni nel Mar Adriatico. “Meno Stato sui social più stato sociale” è uno dei cartelli puù vistosi. Ma anche “Giù le mani dalle pensioni” e alcuni immancabili cartelli contro il razzismo, un tema buono per tutte le occasioni.

«Il governo torni indietro, altrimenti va a sbattere», dice il neo-leader della Cgil Maurizio Landini, in prima fila, «è una piazza piena di gente e vuol dire che le persone vogliono partecipare e non sono contente, ma soprattuto che la gente prende la parola, che è la cosa più importante. Carmelo Barbagallo segretario della Uil è sulla stessa liunghezza d’onda. «Il governo non può essere autoreferenziale perché l’economia sta andando male e un governo del cambiamento non può cambiare il paese in peggio. Si confronti con i sindacati, noi siamo pronti a fare la nostra parte». Annamaria Furlan  cisl

Molto numerosa la partecipazione dei siciliani.  Oltre 800 persone (lavoratori, giovani, pensionati, disoccupati, intere famiglie) sono partite da Palermo per essere al corteo di Roma: per sostenere le proposte «unitarie per il rilancio del Paese» contenute nella piattaforma dei sindacati e cambiare le scelte dell’esecutivo «aprendo un confronto serio e di merito». Una misura come il reddito di cittadinanza può essere uno strumento assistenziale che affronta il grave livello di povertà presente nei nostri territori, ma di certo non creerà posti di lavoro”, dicono all’unisono i segretari Cgil, Cisl, Uil di Palermo. Nel documento discusso dai sindacati con i lavoratori durante i mesi scorsi c’è la richiesta, in particolare per il Mezzogiorno,  «dimenticato e penalizzato», di nuove politiche che «”mettano al centro il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne, che contrastino la povertà, che prevedano investimenti in infrastrutture materiali e sociali, in innovazione, scuola, formazione e ricerca, prevenzione e messa in sicurezza del territorio, e che sostengano le politiche industriali».

Commenti

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  • bianco 9 Febbraio 2019

    i sindacati protestano contro quota 100 e il reddito di cittadinanza a suo tempo non fecero praticamente niente contro la legge fornero art. 18 ecc. ecc. qualcosa non mi torna

  • bianco 9 Febbraio 2019

    i sindacati tutti uniti contro quota 100 e reddito di cittadinanza e a suo tempo non hanno mosso un dito contro la legge fornero art. 18 ecc. ecc. qualcosa non mi torna