Dopo Battisti altri due estradati: chi sono i terroristi rossi in arrivo dalla Francia
Dopo Cesare Battisti, si stringe il cerchio attorno ad altri latitanti internazionali. Sono Narciso Manenti e Raffaele Ventura i primi due ex terroristi per i quali potrebbe arrivare l’estradizione dalla Francia. L’Italia infatti ha già formalizzato la richiesta relativa a Narciso Manenti, ex dei Nuclei armati per il contropotere territoriale, condannato all’ergastolo nel 1983 per l’omicidio del Carabiniere Giuseppe Gurrieri, avvenuto nel 1979 a Bergamo, e per il quale la procura di Bergamo ha emesso un mandato di arresto europeo. Dovrebbe essere invece in via di formalizzazione una seconda richiesta che riguarda Raffaele Ventura, ex esponente delle Formazioni comuniste combattenti, la cui condanna è vicina alla prescrizione.
Chi è Narciso Manenti
Narciso Manenti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio, avvenuto a Bergamo nel 1979, del carabiniere Giuseppe Gurrieri, all’epoca 50enne, davanti al figlio. Attualmente il terrorista vive da uomo libero in Francia, con moglie e tre figli e gestendo un’impresa di servizi a domicilio. Recentemente Manenti ha dichiarato che «dopo quarant’anni si potrebbe trovare una soluzione a questa vicenda», magari con un’amnistia generale perché «nella vita bisogna andare avanti». Manenti si professa comunque innocente, negando di aver fatto quanto a lui attribuito.
Chi è Raffaele Ventura
Vicenda analoga quella di Raffaele Ventura, condannato in via definitiva a 22 anni di carcere nel ’96 (la pena si estinguerà dunque solo tra sette anni) e mai consegnato alla giustizia italiana. Fu tra i responsabili in concorso morale per l’omicidio del vice brigadiere Antonino Custra nel maggio del ’77 in via De Amicis a Milano. Il processo si concluse a 15 anni dall’omicidio di Custra perché le foto decisive per l’indagine e finora inedite furono sequestrate 11 anni dopo i fatti a un fotografo dilettante che le aveva sempre tenute nascoste. Tra i condannati a vario titolo ci furono Luca Colombo e Maurizio Gibertini (10 anni e 8 mesi), Giancarlo De Silvestri (10 anni), Raffaele Ventura (7 anni) Pietro Mancini (5 anni) Mario Ferrandi e Giuseppe Memeo (4 anni), oltre a Corrado Alunni, il grande pentito di Prima Linea, condannato in questo processo per aver procurato armi ai dimostranti. A differenza di altre vittime di quegli anni, Milano non ha ricordato il vicebrigadiere ucciso e nessuna lapide è stata posta per lui in via De Amicis