Dal reddito di cittadinanza al succhino di cittadinanza. E il M5S si offende

25 Feb 2019 8:54 - di Giorgio Sigona

Ora c’è anche il succhino di cittadinanza a far saltare i nervi ai pentastellati. In un attimo è scoppiata una polemica social sul reddito di cittadinanza in formato “succo”. La misura bandiera del M5S è stata presa in prestito negli spot dalla Zuegg, azienda multinazionale con sede a Verona specializzata nella lavorazione della frutta. Ad attaccare è stato il presidente della Commissione per le politiche europee della Camera, il Cinque Stelle Sergio Battelli che all’AdnKronos parla di «campagna offensiva». In difesa del gruppo agroalimentare è intervenuto il deputato del Pd Filippo Sensi, con un «rimedio io». La Zuegg, lo scorso 15 febbraio, ha lanciato un concorso a premi sul web, preceduto da queste parole: «Ci avete assillato un anno intero perché volevate i succhi gratis. Adesso chi non va sul sito a dimostrare di meritarli davvero è una scia chimica», indicando il sito per scaricare il modulo per la richiesta gratuita della bevanda. Con tanto di foto della confezione della bevanda, etichettata con la scritta “succhino di cittadinanza”.

“Succhino di cittadinanza nel cestino”

Una scelta pubblicitaria che non è piaciuta al presidente 5 Stelle della Commissione Affari Europei. In una delle sue stories su Instagram Battelli acquista il prodotto, ma poi lo cestina: «Il succhino nel cestino – Bye bye Zuegg – Vergognatevi». «Tranquilla Zuegg Italia! Se a Sergio Battelli non piace il succhino di cittadinanza, rimedio io. Sono anziano, non sopporto lo spreco di cibo e ho rispetto per il lavoro», replica Filippo Sensi, postando una foto del succo negli scaffali del supermercato. Con l’AdnKronos Sergio Battelli chiarisce: «Non ho mai detto di boicottare la Zuegg. Ritengo – spiega – che siamo comunque di fronte a una campagna offensiva nei confronti del M5S e siccome loro dicono di regalare il succo come il reddito di cittadinanza io ho detto che acquisto il prodotto, non invito ad alcun boicottaggio, la mia è solo una provocazione, null’altro, strumentalizzata da qualcuno».

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